Situato su un pianoro a circa 190 metri d’altezza, a poca distanza dalla costa, il sito fu frequentato sin dal Neolitico ed in epoca nuragica per la sua importante posizione strategica, che consentiva il controllo delle vie di comunicazione marittime e terrestri dell’attuale Sulcis. Il centro urbano di Monte Sirai, nato intorno al 740 a.C., raggiunse in età fenicia dimensioni considerevoli; fu raso al suolo nel 520 a.C. a seguito della conquista dei Cartaginesi, che successivamente lo ricostruirono e lo munirono di fortificazioni.

Dopo la conquista romana (238 a.C.) il sito, fatta eccezione per lo smantellamento delle mura, rimase intatto sino alla fine del II secolo a.C., quando, per motivi ancora non chiariti, fu improvvisamente abbandonato. Per questa ragione costituisce una preziosissima testimonianza per lo studio della civiltà punica nell’isola. L’insediamento comprende tre grandi settori: l’abitato, il tofet e due necropoli, di età fenicia e punica. Il periodo fenicio (VII-VI sec. a.C.) è testimoniato dai resti di abitazioni particolarmente decorose e funzionali costruite su quattro isolati, dalla presenza di un santuario dedicato alla dea Astarte e dalla necropoli con tombe ad incinerazione

Risale invece al periodo punico la costruzione del tofet, scavato nel terreno roccioso a nord della necropoli, luogo sacro nel quale erano sepolti i corpi bruciati dei bambini nati morti o defunti in tenera età. Nella necropoli punica muta la tipologia delle tombe: sono infatti presenti ipogei a dromos (corridoio di accesso), mentre al rito fenicio dell’incinerazione subentra quello dell’inumazione

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Area archeologica di Monte Sirai | Carbonia