"Sa die de sa Sardigna" spiegata facile, per bambini, ragazzi, ma anche per tutti noi. Leggila adesso!
Lo sappiamo ormai, lo Stato italiano non offre molto spazio alla Sardegna, alla sue storie e tradizioni, nei programmi Ministeriali che i nostri figli si trovano a svolgere nella scuola pubblica. Per sopperire a questa mancanza esiste una rete, denominata "STORIA SARDA NELLA SCUOLA ITALIANA" che produce materiali di supporto all’insegnamento della storia sarda. Il gruppo è formato autori di testi scolastici, insegnanti, archeologi, linguisti, grafici e illustratori, che agiscono su base volontaria con lo scopo di completare la preparazione dei nostri figli.
Sa die de sa Sardigna
La rete produce dei testi in PDF adatti a bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie che vengono messi a disposizione dei docenti e di tutte le persone interessate. In questo articolo ad esempio vediamo il lavoro svolto per sa Die de sa Sardigna, perciò mettendo da parte le polemiche sulla dedica ai migranti dell'edizione 2016, cerchiamo di ripercorrere quali sono state le ragioni storiche di questa festa introdotta in tempi recenti (per la precisione fu istituita dal Consiglio regionale della Sardegna il 14 ottobre 1993 nominandola Giornata del popolo sardo).
Con sa die de sa Sardigna si ricordano i “Vespri Sardi”, ovvero l’insurrezione popolare del 28 Aprile 1794 con la quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano, in seguito al rifiuto del governo torinese di concedere ai sardi una parte degli impieghi civili e militari e una maggiore autonomia. I Piemontesi controllavano infatti la Sardegna persino più duramente della precedente classe politica spagnola.
Tanto che il Viceré piuttosto che accogliere anche parzialmente le legittime richieste della società sarda - visto e considerato che i sardi l'anno precedente respinsero l'attacco francese a Cagliari e La Maddalena, salvando di fatto il controllo piemontese sull'isola - fece arrestare due dei capi del partito patriottico, gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor, scatenando i moti insurrezionali a Cagliari, Sassari e Alghero, con i Piemontesi che, nel mese di maggio 1794, furono imbarcati a forza e rispediti nella loro regione.
Sa die de sa Sardigna spiegata facile
Ciò detto che siate, bambini, ragazzi o adulti, noi vi consigliamo di leggere "Sa die de sa Sardigna" spiegata facile dalla "Storia sarda nella scuola italiana".
28 aprile 1794: la cacciata dei Piemontesi
Gli avvenimenti si svolsero molto velocemente.
I Francesi volevano portare in Europa la loro rivoluzione e, all’inizio del 1793, occuparono l’isola di San Pietro, sbarcarono sulle spiagge di Quartu Sant’Elena e tentarono di occupare l’isola de La Maddalena. Furono respinti in mare dalle truppe organizzate dai nobili e dalle città sarde.
I Sardi, respingendo l’invasione, salvarono anche il dominio dei Piemontesi sulla nostra isola. In cambio, rivolsero alcune richieste al re Vittorio Amedeo III.
Le più importanti erano due:
- riunire di nuovo il Parlamento sardo;
- lasciare ai Sardi i compiti più importanti nel governo della Sardegna.
Il sovrano respinse queste richieste e i Sardi si ribellarono ai Piemontesi.
La rivolta scoppiò a Cagliari il 28 aprile 1794: i Piemontesi furono cacciati dal quartiere di Castello e dagli altri quartieri della città.
Furono costretti a imbarcarsi e dovettero lasciare la Sardegna.
Fu una vera e propria rivolta patriottica, cui partecipò tutto il popolo, contro il dominio di un re straniero.
Quel giorno è passato alla storia come Sa Die De S’Acciappa, “Il giorno della cattura” dei Piemontesi. Pensa che per distinguere i Sardi dai non Sardi, in quelle concitate ore, si diceva a chi si incontrava per strada: «Nara cìxiri!». Chi non pronunciava correttamente la «x» veniva immediatamente condotto all’imbarco.