Buggerru - panorama

Quand'ero bambino stavo sere intere ad ascoltare mia nonna, Angelina, che mi raccontava della sua infanzia a Buggerru, lei vi era nata. Mi emozionavo quando le sentivo pronunciare quel nome che non sapevo bene cosa significasse ma suonava bene detto da lei: la petit Paris. Mi raccontava di posti e di gente come se si trattasse oggi, non so, di Africa o Amazzonia, ma in bene e senza orpelli folcloristici. Mi divertivo al pensiero di quando con altre "dame" andavano con pudore ai bagni in quell'incredibile spiaggia che è San Nicolò, ancora stupenda oggi, figuriamoci ai primi del novecento, sfidando il mare vestite come suore.

Mi raccontava di figure, che ancora ho nitide, dell'incredibile varietà di personaggi che animavano questo paesino sorto dal nulla a metà dell'ottocento a seguito dello sfruttamento dei giacimenti minerari e diventato talmente ricco e importante da offuscare la fama di Cagliari.

Mi parlava di pozzi profondissimi dove cadevano i bambini cattivi e di caverne e gallerie dove c'era l'uomo nero. Come non sorridere oggi a quei racconti visitando questi pozzi "impressionanti", quella meraviglia di Pranu Sartu, a monte del paese, con i ruderi frustati dal vento, le scogliere bianchissime a picco su un mare più verde dello smeraldo e l'enorme cratere de Su Pranu che strappa incredulità e ammirazione.

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Oppure come non rimanere incantati da quel gioiello, recentemente ritrovato e finalmente fruibile, chiamato Galleria Henry, che s'inoltra arditamente fiancheggiando la scogliera.

Buggerru è anche questo, un paesino silenzioso, di un eleganza quasi mediorientale con le sue belle casette bianche che scivolano verso il mare, le palme che sciuffano qua e la e che cerca faticosamente di trovare una sua rinascita in chiave turistica.

Per concludere la giornata godetevi un tramonto dall'antica Laveria a guardia della piazzetta del porto, un mix di fascino, storia e atmosfera.

Mariano Balbina

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