Indice articoli

 Imboccandolo verso sinistra costituirebbe una veloce via di uscita (che descriverò alla fine) per tornare alle auto, invece noi lo imbocchiamo verso destra inizialmente in direzione Nord.

Il sentiero ha un sapore antico e nei tratti su roccia si vede il segno delle scarpe lasciato dal secolare calpestio, e dopo 80 m ci porta a transitare su un tratto agevolato da una sorta di antichi legni, immediatamente dopo i quali dobbiamo proseguire in direzione Nord per trovare un altro punto chiave del percorso.

Infatti, dopo pochi metri, è celato un cavo d’acciaio che protegge il passaggio su una strettissima cengia esposta e inclinata, altrimenti pericoloso permettendo il superamento di una parete di una quindicina di metri.

anello-sirboni-07

Si è entrati in questo modo in una sorta di grandissimo anfiteatro, aperto verso la Codula di Luna e chiuso alle spalle dalle pareti di Serra Oseli, mentre ai lati dalla parete appena discesa e da quella che andremo a superare più avanti.

Ci troviamo quasi subito ad un non evidente incrocio tra una traccia più bassa e più evidente che conduce al Cuile Sa Rutta Arrubia ed una più alta che transita quasi sotto parete.
Il percorso prevede di seguire quest’ultima, ma prima è doveroso fare una visita al bellissimo sito pastorale appena citato, anche perché è un ottimo punto per la pausa pranzo.

Il Cuile Sa Rutta Arrubia lo si vede già dal passaggio sul cavo in lontananza in basso, alla base delle alte pareti rosse, vicino ad uno sperone panoramico.
Il sentiero si snoda prima prevalentemente in piano verso le pareti, poi ripido alla base di esse fino al cuile/grotta.

Ci si arriva facilmente dopo 15 – 20 minuti su sentiero marcato. Dal cuile è possibile tornare alla stradina asfaltata che dal bivio dell’Orientale Sarda porta a Teletotes imboccando un evidente sentiero verso Nord.

Tornati invece al bivio, se lo si è individuato, o comunque nei pressi del cavo d’acciaio, si continua il percorso precedendo quasi sotto-parete e attraversando quello che definisco un grande anfiteatro su tracce che si snodano verso Sud.

Si arriva così inevitabilmente ad un altro punto obbligato molto suggestivo dove, facendo attenzione, è necessario arrampicare una facile paretina (3° grado) di circa 4 metri.

anello-sirboni-08

In questo punto era possibile arrivare (meno interessante ma più facile) imboccando verso Nord dal cuile il sentiero di cui ho accennato prima, per lasciarlo dopo una ventina di metri andando in salita su ghiaie malferme e fiancheggiando le pareti che delimitano la parte Nord dell’anfiteatro.

 Successivamente al passo di arrampicata procediamo di fronte a noi in direzione Nord su evidenti tracce che si snodano in piano, vicino e sotto le pareti che abbiamo alla destra per individuare dopo un centinaio di metri un altro punto chiave (wp n° 5 32T  05.47.849 – 44.42.468  quota 837 m). Lo si riconosce oltre per la presenza di omini che lo segnalano perché qui la roccia consente di salire alla mensola (cengia) superiore.

Superato il “gradino” proseguiamo ancora verso Nord, e la cengia sulla quale ci troviamo a camminare si definisce sempre più con le pareti alla destra e una verticale sempre più alta alla sinistra.

Siamo entrati dall’unico accesso possibile di un sistema di cenge sovrapposte che ci consentirà di superare le pareti che ci separano da S’Atta Bassa. Descriverò questo tratto di salita per dovere di cronaca, ma grazie, agli omini, iscalas ‘e fustes (legni di ginepro, corde e rami segati, si segue facilmente il filo del percorso.

Percorsi 100 metri, la cengia, fin qui larga si stringe e finisce in un punto dove una corda fissa agevola la salita ad una stretta cengetta 1,5 metri più in alto. Questo suggestivo e tutto sommato facile passaggio consente di “uscire” lateralmente (ancora verso Nord) su una cengia più larga e facile da percorrere. Successivamente una iscala ‘e fustes fissata alla roccia, agevola il superamento di una paretina di circa 6 metri.

Il percorso è ora obbligato verso sinistra (salendo) e in pochi metri conduce all’ultimo della sequenza di passaggi obbligati (wp n° 6, 32T 05.47.902 – 44.42.647) che consente di uscire in una zona più aperta.

Anche questo è facile e si tratta di una paretina di circa 6 m con a metà una sorta di gradone sul quale poggia un ginepro. Si sale sul gradone aiutandosi con una corda fissa e il ginepro per poi fare l’ultimo “strappo” tirandosi ancora sulla corda.

anello-sirboni-09

Procediamo ora verso Sud, su una sorta di immenso cengione, inizialmente sul limite dei salti, poi un pochino più all’interno seguendo il filo degli omini, su evidenti tracce che alternano tratti in piano ed in salita.

In questo modo, dopo circa 300 m arriviamo al punto in cui all’andata avevamo attraversato S’Atta Bassa in quella sorta di porta naturale (wp n° 3)
Ora seguiamo all’inverso, in discesa la parte di percorso fatta all’andata per tornare alle auto.