ottana itinerario paradisola

L'itinerario è di circa 200 km. Questo percorso si addentra nella Barbagia di Ollolai attraversando i paesi di Sedilo, Olzai, Sarule ed Ottana regalandoci ampi e caratteristici scorci del paesaggio della Bassa Barbagia.

Partiamo da Ghilarza, piccola cittadina al centro dell'isola (130km da Cagliari - 100km da Sassari) facilmente raggiungibile sia col treno (stazione di Abbasanta) sia per auto (ss131bis uscita per Nuoro).

A Ghilarza imbocchiamo la 131bis in direzione Nuoro fino al bivio per Sedilo passando sul viadotto sul lago Omodeo dove il bel panorama ci invita ad una sosta per le foto di rito.

Il bivio per Sedilo lo incontriamo dopo circa una decina di chilometri quasi interamente pianeggianti e dal buon fondo stradale. La salita per Sedilo (283m) è di un paio di km dalla pendenza costante e mai particolarmente impegnativa.

Salendo lasciamo alla nostra sinistra la stradina bianca per il Nuraghe di Talasai, situato in posizione panoramica a sovrastare il lago Omodeo con i rilievi del Barigadu a fare da sfondo.

Terminata l'ascesa svoltiamo a destra per entrare nell'abitato ed imbocchiamo subito a destra la circonvallazione seguendo le indicazioni per il Santuario di Santu Antine. Da visitare assolutamente l'anfiteatro naturale teatro della corsa di cavalli più popolare di tutta l'isola: l'Ardia di S. Costantino (5-6-7 luglio).

1 - Cagliari

La storia della città dopo l'unificazione d'Italia si intreccia con la storia nazionale. Anche Cagliari visse gli anni duri del fascismo e, durante la seconda guerra mondiale, fu duramente colpita dai bombardamenti aerei. Tragici i bombardamenti del 17, 26 e 28 febbraio e del 13 maggio 1943, che distrussero gran parte del centro abitato e causarono la morte di molti cittadini. Per il suo sacrifio la città ricevette, il 19 maggio 1950, la medaglia d'oro al valor militare.

Dal 1949 la città è il capoluogo della Regione autonoma della Sardegna.

2 - Aritzo

Il paese, situato in una delle località più suggestive del Gennargentu, conta 1291 abitanti su un territorio di circa 76 kmq.

Nelle campagne circostanti trovano rifugio specie di notevole interesse faunistico, come i mufloni e l'aquila reale. Sui monti dentro i confini di Aritzo si praticava in passato l'"industria" della neve, che aveva il suo centro a Funtana Cungiada, dove i niargios hanno lavorato sino ai primi decenni del '900. Nel vecchio centro sopravvivono ancora i resti delle domos de nie, le "case della neve".

Dentro l'abitato non è scomparsa del tutto, invece, un'altra importante attività economica del centro montano: l'artigianato del legno, grazie all'importante risorsa naturale dei castagneti. L'arte di su maist'e linna, finalizzata alla produzione di cassepanche, taglieri e mestole segue, a tutt' oggi, le tecniche tradizionali.

Meno numerosi dei castagni ma ben presenti sono anche i noccioli, mentre è ridotta la popolazione dei noci.

Il paese, a parte le domus de janas di Is Forrros a Mont' e Suso, non ha nuraghi conosciuti. Appartenuto nel Medioevo al Giudicato di Arborea e poi al marchesato di Oristano, beneficiò successivamente, del privilegio concesso da Ferdinando II di Aragona, con una carta reale del 1480, di appartenere direttamente alla Corona e di poter eleggere i propri amministratori tra la gente del posto. Di notevole interesse storico-artistico sono alcuni elementi tardo gotici della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, che custodisce all'interno una statua secentesca di S. Cristoforo, una scultura lignea policroma di una Pietà del XVIII secolo una croce a stile d'argento del XV e diverse tele di Antonio Mura, apprezzato artista locale. Elemento di richiamo e anche l'altare ligneo del XVII secolo della chiesetta S.Antonio da Padova. Dell'inizio di questo secolo è, infine, il "castello" degli Arangino.

Aritzo festeggia nell'ultima domenica di ottobre la sagra delle castagne, nella seconda domenica di agosto S.Isidoro e nella prima domenica di settembre, S.Basilio.

3 - Nuoro

Le notizie sulle origini di Nuoro sono incerte. I primi insediamenti risalgono al periodo nuragico, come dimostrano alcuni toponimi e l'esistenza di diversi nuraghi, domus de janas (tombe rupestri) e qualche pozzo sacro. Non risulta documentata l'esistenza di rapporti fra queste popolazioni nuragiche e i Fenici (IXsec.-VI sec.a.C) e i cartaginesi (VI sec.-III sec. a.C.), che occuparono le zone costiere e le pianure della Sardegna, nonostante il rinvenimento di monete puniche nel circondario di Nuoro e una tradizione che colloca sul colle di S. Onofrio un tempietto dedicato alla Dea Astarte, divinità fenicia progenitrice di tutti gli esseri viventi.