L'itinerario è di circa 200 km. Il Campidano, o meglio i Campidani, poiché la grande pianura sarda si suddivide in alcune subregioni per molti aspetti differenziate le une dalle altre, si stendono dal golfo di Cagliari a quello di Oristano su una lunghezza di circa 110 Km., mentre la larghezza varia tra i 15 e i 25 Km. e hanno come base il fondo di una fossa tettonica: un'ampia frattura che ha separato nel terziario i massicci del Furtei , del Serrenti e di Monastir da quelli dell'Iglesiente. I Campidani sono stati per lunghi secoli, fino ad un recentissimo passato, una terra semideserta dominata dalla miseria e dalla malaria, la cui causa era rappresentata dagli acquitrini, paludi e stagni costieri alimentati dalle acque dei torrenti in piena privi di un alveo regolare e di facili sbocchi al mare.
1 - Cagliari
La data di nascita della Cagliari moderna, quella che conosciamo ed in cui viviamo, può essere collocata in coincidenza con la proclamazione dell'Unità nazionale (febbraio 1861).
In effetti la città aveva appena 33.039 abitanti e comprendeva i quattro quartieri d'impianto medioevale (Castello, La Marina, Stampace e Villanova) più i due sobborghi di Sant'Avendrace ad Ovest e di San Bartolomeo ad Est.
2 - Oristano
La Provincia di Oristano nasce nel 1974 ma il suo territorio ha un passato ricco di storia grazie alla posizione di regione costiera, alle risorse naturali e dalle due grandi vie di penetrazione: la pianura del Campidano e il fiume Tirso.
I primi nuclei di abitanti in età neolitica trovano qui un clima mite, pianure e lagune pescose e il vulcanico Monte Arci, fonte di ossidiana, che oltre a far conoscere economicamente la Sardegna, attrarrà nuove genti. In questa società agro-pastorale del III e II millennio a.C. nascono le premesse per la civiltà nuragica documentata negli altipiani dell'Alto Oristanese.
È qui che troviamo il Nuraghe Losa di Abbasanta, uno tra i più eleganti ed imponenti dell'isola e il complesso archeologico di S. Cristina, comprendente un bellissimo tempio a pozzo dell'età del Bronzo dove si praticava il culto dell'acqua. Sulle coste gli scali fenici dell'800 a.C. diventano sotto i Cartaginesi una realtà permanente.
3 - Bosa
Pittoresca cittadina della costa occidentale sarda, situata sulla sponda del fiume Temo, ai piedi del colle Serravalle, Bosa (8000 abitanti circa) ha origini assai remote. Nella prima metà dellOttocento la città si dà un volto dignitoso con un'edilizia di gusto anche nelle espressioni più modeste.
L'incremento demografico è debole, pur se in questo secolo si realizzano trasformazioni urbanistiche significative. Insieme all'acquedotto, infatti, viene realizzata la rete fognante; intorno al 1870 viene costruito un nuovo porto, costituito in pratica da una scogliera che univa l'isola Rossa alla sponda sinistra del Temo.
La popolazione conosce un'evoluzione molto modesta anche nel corso del Novecento ed è proprio grazie a questa sua scarsa vitalità che Bosa ha potuto mantenere una fisionomia storica e d'ambiente del tutto sconosciuto in altre città dell'isola.
4 - Alghero
Alghero, città fortificata, nasce sul mare e al mare deve il suo nome. Pare, infatti, che questo derivi dall'abbondanza di depositi di foglie di Posidonia oceanica, erroneamente chiamata alga, presenti lungo i litorali sabbiosi soprattutto dopo le mareggiate di Libeccio.
Il Centro Storico di Alghero, proteso sul mare, con le sue architetture, come con i suoi suggestivi spazi, rappresenta nell'isola (in Sardegna) un vero e proprio gioiello.
I suoi luoghi, le sue suggestioni testimoniano un lungo ed articolato processo culturale legato alle vicende politiche, sociali ed economiche della Sardegna.