L’orecchione sardo (Plecotus sardus Mucedda) è un pipistrello della famiglia dei Vespertilionidi endemico della Sardegna.
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Orecchione Sardo, pipistrello endemico di Sardegna
- Famiglia: Vespertilionidi
- Genere: Plecotus
- Specie: Plecotus sardus , Mucedda, Kiefer, Pidinchedda, Veith 2002
- Nome comune: Orecchione sardo
DESCRIZIONE ORECCHIONE SARDO
Orecchione sardo: Pipistrello endemico della Sardegna, scoperto solo nel 2002 da alcuni ricercatori.
Dotato di membrane alari (patagio) e quindi capace di volare. La testa ha grandi orecchie, lunghe quasi quanto il corpo. Gli occhi sono piccoli.
Il corpo è tozzo, ricoperto da una pelliccia; di colore bruno sul dorso, quasi bianco nel ventre, sul muso e nel contorno degli occhi. Le femmine hanno due mammelle sul petto.
Gli arti anteriori hanno dita lunghissime, che sostengono la membrana. Quelli posteriori sono muniti di unghie grazie ai quali possono appendersi a testa in giù.
A differenza degli altri orecchioni, ha il trago (lamella sottile, situata davanti alle orecchie) lungo, diritto, largo circa 6mm. Pollice lungo più di 6 mm. Il maschio si distingue dalle altre specie per la forma del pene quasi cilindrica. I pipistrelli in generale vivono normalmente sino a 15 anni e in alcuni casi anche sino a 30 anni.
ALIMENTAZIONE DELL'ORECCHIONE SARDO
Sono predatori, si cibano di insetti che catturano grazie agli ultrasuoni presenti nella bocca. Possono cacciare in volo, sugli alberi, sull’erba, sui muri e sulla superficie dell’acqua
COMPORTAMENTO
Il pipistrello è un animale che forma delle colonie, attivo principalmente nelle ore notturne, in cui va a caccia; durante il giorno si riposa all’interno di grotte o in altri rifugi, disponendosi a testa in giù. In questi rifugi trascorre anche il periodo del letargo durante le stagioni invernali, dormendo e restando praticamente inattivo. In primavera si risveglia e abbandona i rifugi.
Compie così delle migrazioni verso quelli che saranno i territori riproduttivi.
RIPRODUZIONE
All’inizio dell’autunno avvengono gli accoppiamenti. Le femmine di pipistrello, dopo essersi accoppiate, possono ritardare la fecondazione, conservando il seme maschile durante la fase del letargo e favorire l’unione con l’ovulo solo dopo il periodo di latenza. La gravidanza pertanto varia da 40 -70 giorni. Al termine della primavera le femmine, si riuniscono in piccole colonie riproduttive e si ritirano nei rifugi per partorire. A maggio nasce quasi sempre un solo piccolo, privo di pelo che verrà curato e allattato dalla madre sino alla fine dell’estate e solo allora si renderanno autonomi.
HABITAT
Grotte, edifici abbandonati presso le zone montane in particolare delle aree calcaree.
STATUS
Specie rara, poco conosciuta, ritrovata solo in alcune aree della Sardegna centrale.
AREALE DI DISTRIBUZIONE
Areale puntiforme, presente solo nel supramonte di Baunei e Oliena, sul Gennargentu e nei pressi del lago Omodeo.
UN RECENTE STUDIO SCIENTIFICO
Recentemente pubblicato uno studio che mette in evidenza il grave rischio cui va incontro questo raro mammifero. L’articolo, dal titolo “Wildfires, heatwaves and human disturbance threaten insular endemic bats” è apparso sulla rivista scientifica Biodiversity and Conservation.
Sulla base dei monitoraggi effettuati sul campo dal Centro Pipistrelli Sardegna in tre colonie riproduttive è emerso che dal 2003 nell’arco di 17 anni si è riscontrata una diminuzione drastica della popolazione da 950 a 340 individui, con un calo del 63,4% degli individui.
Le analisi hanno evidenziato le causa di questo grave fenomeno:
- incendi ricorrenti intorno ai siti riproduttivi
- precipitazioni estive e temperature estreme
indicando il cambiamento climatico come una minaccia primaria per la specie, insieme a:
- interferenza umana diretta
- disturbo invasivo dei piccioni all’interno dei rifugi.
Una proiezione sulla dimensione della popolazione, con questo ritmo di calo numerico, predice la possibile estinzione del Plecotus sardus nel migliore dei casi tra il 2070 e il 2090, ma anche prima in uno scenario peggiore.
Lo studio pone il Plecotus sardus tra i mammiferi più minacciati, e probabilmente la specie di pipistrelli più rari in Europa.
Pertanto nello studio viene sollecitato l’avvio di piani d'azione di recupero per invertire l'attuale tendenza di diminuzione della popolazione e, nel contempo, aggiornare il livello di minaccia di questa specie nella Redlist della IUCN.
(in collaborazione con M.Mucedda, Centro pipistrelli Sardegna)