Sub Regione Ogliastra: (23 Comuni)
Arzana, Barisardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, Lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Seui, Talana, Tertenia,Triei, Tortolì, Urzulei, Ulassai, Ussassai (inserita anche in Barbagia di Seulo),Villagrande Strisaili.
Benvenuti in Ogliastra, terra di incantevole bellezza, situata lungo il versante orientale della Sardegna. Il territorio, compreso tra le cime del Gennargentu e il Mar Tirreno, è considerato tra i più suggestivi dell'isola. Si tratta di un'area molto vasta, estesa oltre 1800 chilometri quadrati,composta di poche pianure costiere di modesta altezza e di tanti rilievi montuosi che dominano sia la costa sia l'interno. Comprende ventitrè piccoli comuni (solo tre superano i 4000 abitanti) e ha una densità di popolazione tra le più basse in Italia (32ab/kmq).
Le attività oggi prevalenti sono quelle legate all'agricoltura e alla pastorizia che è ancora condotta, nella maggior parte dei casi, con pratiche tradizionali (allevamento brado), mentre cercano affermazione e sviluppo quelle riguardanti il turismo, finora solo costiero e stagionale. Quelle industriali, invece, sono pressoché assenti, e i rimanenti settori di produzione conservano posizioni di secondaria importanza.
L'origine del nome, secondo alcuni, deriva dagli olivastri di cui è ricco il territorio; altre fonti più accreditate, la attribuiscono invece ad un enorme monolito che sorge sul mare a nord di Santa Maria Navarrese, denominato "Agugliastra".
Stupende oasi incastonate tra mare e roccia ammantata dal verde del muschio, le coste dell'Ogliastra conservano intatta la loro natura impervia e selvaggia , presentando uno dei paesaggi marini più incantevoli del Mediterraneo. Partendo da nord incontriamo delle cale raggiungibili solo dal mare o a piedi, come le famose Cala Luna, Cala Sisine, Cala Mariolu e Cala Goloritzè; più a sud troviamo spiagge molto interessanti come Tancau, la spiaggia di Girasole, Orrì, Cea, Marina di Barisardo e Cardedu, Coccorrocci e il Golfo di Sarrala.
Stupende oasi incastonate tra mare e roccia ammantata dal verde del muschio, conservano intatta la loro natura impervia e selvaggia, presentando uno dei paesaggi marini più incantevoli del Mediterraneo
L'Ogliastra è una terra che richiede uno sguardo attento, curioso, penetrante, non corrispondente allo sguardo del turista convenzionale. Una terra dove l'uomo da secoli si è insediato con rispettoso riguardo, creando un connubio armonioso con l'ambiente.
Numerose le testimonianze storico-archeologiche, con la presenza di di molti nuraghi, domus de janas, fonti sacre, tombe dei giganti e menhir. A piedi, in bicilcletta, a cavallo, in macchina e in fuoristrada è possibile percorrere itinerari di trekking alla scoperta di luoghi indimenticabili; si può camminare dalla montagna verso il mare seguendo il corso di fiumi sotterranei tra boschi secolari, fiori, animali selvatici e giungere in cale di incredibile bellezza.
Per via mare, invece, grandi barconi, i pesca-turismo e le piccole barche portano alla scoperta della costa ogliastrina.
Ma qualsiasi descrizione non rende del tutto merito all'estimabile bellezza di questa terra, alla sua cultura e all'ospitalità delle sue genti. Solo il gioco delle immagini e dei profumi riesce a descrivere appieno la magia e l'armonia dell'Ogliastra.
Le coste dell'Ogliastra, veri gioielli del Mediterraneo
La costa ogliastrina si estende per oltre 87 chilometri, dal limite meridionale della provincia di Nuoro fino alla spiaggia di Cala Luna che, verso nord, segna il confine tra il territorio di Baunei e quello di Dorgali.
A tratti è integra e selvaggia, altre volte porta i segni di una forte antropizzazione. Variegata la conformazione geologica, diversificato l'aspetto paesistico e vegetazionale. Un elemento accomuna quasi tutti i tratti del suo sviluppo: le torri costiere costruite in età spagnola (XVI secolo) e diffuse non solo qui ma anche lungo le altre coste sarde. Lungo la costa ogliastrina se ne contano sei, tutte in buono stato di conservazione. Il settore dove la morfologia è più aspra e spettacolare è quello di natura calcarea che interessa il comune di Baunei e che va dalla frazione di Santa Maria Navarrese fino a Cala Luna.
Per alcune decine di chilometri la linea costiera è percorsa da alte falesie che solo di tanto in tanto lasciano il posto ad incantevoli calette raggiungibili dal mare. Solo due di queste, Cala Luna e Cala Sisine, hanno una discreta ampiezza, tutte le altre, piccole e particolari, appaiono incastonate tra alte pareti verticali e il colore smeraldo del mare, come nelle località di Biriola, Ispuligidenie, Goloritzè... Il territorio, alle loro spalle, è impervio e di difficile percorribilità e solo con duri trekking è possibile raggiungerle via terra. Tuttavia, durante l'estate esse sono frequentatissime da bagnanti che giungono numerosi con imbarcazioni proprie, di linea o noleggiate.
Appena più a sud è localizzata la località di Santa Maria Navarrese, con la sua torre spagnola e l'omonima chiesetta dell'undicesimo secolo. Di fronte, a oltre un chilometro dalla costa, emerge l'Isola d'Ogliastra: è uno scoglio che, con una superficie di oltre dieci ettari, rende caratteristico il Golfo di Arbatax, dove si trovano i famosi "scogli rossi", formazioni di porfido rosso che contrastano col grigio delle rocce granitiche. Più a meridione troviamo il Lido di Orrì, modellato da una serie di arenili delimitati da scogli granitici che si susseguono fino alla splendida spiaggia di Cea, caratteristica per i suoi faraglioni di porfido rosso.
Ancora più a sud, segue una lunga spiaggia dallo spazioso arenile compresa tra la torre spagnola di Barisardo e la località di Perda Pera di Cardedu. La costa prosegue con la Baia di Gairo, caratterizzata da una successione continua di scogli porfirici e piccole cale. Chiude la costa la spiaggia di Coccorrocci, formata da un insolito insieme di ciottoli porfirici dalle sfumature variegate. Verso est, con balze che degradano repentinamente, il Monte Cartucceddu si tuffa nel mare, dove genera la sporgenza di Capo Sferracavallo. Al di là si distinguono le due spiagge di Sarrala (Tertenia), di sabbia bianca finissima, una delle quali caratterizzata dalla presenza del Monte Cartucceddu, che s'innalza improvvisamente oltre 500 metri d'altezza. Infine, chiudono la costa ogliastrina i dieci chilometri di scogliera della selvaggia e disabitata Serra 'e mari (Quirra), delimitata a sud dalla Torre de Murtas (XVI secolo), vicina al confine con la provincia di Cagliari.
La Fauna in Ogliastra
Il patrimonio faunistico ogliastrino, seppure impoverito in maniera cospicua nell'ultimo secolo, comprende ancora oggi specie scomparse in altri punti d'Europa. Infatti sono presenti ancora circa quaranta specie tra anfibi, rettili, pesci e mammiferi e almeno trenta specie di uccelli migratori e non.
Fra i mammiferi, l'animale più noto è senzaltro il muflone, la pecora selvatica originaria della Corsica e della Sardegna, tuttora presente allo stato selvatico. Altri ungulati sono il cervo sardo, il daino, reintrodotto in seguito alla scomparsa, il cinghiale che ancora sopravvive a una caccia spietata.
La famiglia dei mammiferi rari è completata dalla foca monaca che un tempo veniva spesso avvistata nei mari dell'Ogliastra. Quel poco che sappiamo su di lei deriva dalle osservazioni effettuate quando, una volta l'anno, nel periodo di riproduzione e della muta del pelo, sostava sulla terraferma dove sceglieva spiagge riparate per partorire. Pare che ora sia ridotta a pochi esemplari presenti nelle cale di Baunei.
Tra i mammiferi sono molto diffusi la lepre sarda, la volpe, la donnola, la martora, il gatto selvatico, il coniglio selvatico, il ghiro e il riccio comune. Tra gli anfibi gli endemismi sono: il geotritone sardo, che vive nelle grotte e più raramente sotto i sassi, e l'euprocto.
Di particolare interesse fra i rettili, la testuggine marina che depone le uova sulle nostre spiagge. Tra gli ofidi o serpenti una specie esclusiva della Sardegna è la natrix natrix cetii. Degna di nota l'avifauna, all'interno della quale citiamo la pernice sarda, la tortora, il tordo, il merlo, l'upupa, la ghiandaia, il picchio rosso maggiore, la ballerina bianca, il corvo imperiale, la civetta sarda, il barbagianni sardo, l'assiolo di Sardegna. I rapaci diurni maggiormente rappresentati sono il gheppio e la poiana, mentre un rapace sicuramente interessante è l'aquila reale, spesso avvistata mentre sorvola i tacchi in cerca di prede.
Uno degli ambienti più ricchi di fauna selvatica è lo stagno di Tortolì, dove si possono ammirare migliaia d'uccelli acquatici, quali gli aironi cenerini, le garzette, i gabbiani reali, la gallinella acquatica e il falco di palude. Fra i cannetti nidifica anche lo splendilo pollo sultano.
Le Grotte in Ogliastra
Da sempre, le grotte hanno generato nell'uomo emozioni contradditorie: inquietudine per il loro aspetto misterioso, oscuro, così differente da quello tipico delle ampie estensioni superficiali; senso di protezione, per il riparo che le cavità naturali hanno offerto all'uomo nelle epoche più lontane. Sicuramente, per migliaia di anni le grotte hanno offerto all'uomo un grande aiuto, in particolare durante le glaciazioni.
L'Ogliastra è una terra antica di milioni di anni che nasconde voragini e cavità terrestri e sottomarine, sale sotterranee di bellezza straordinaria arricchite da concrezioni delicate, stalagmiti e stalattiti dalle forme particolari.
Il territorio ogliastrino è caratterizzato dalla presenza di montagne l'asprezza delle cui forme è accentuata dalle scalate ripide dei calcari giurassici. Uno spettacolo incomparabile è offerto dalle morfologie dei tacchi. Il carsismo ipogeo si manifesta con la presenza di numerose grotte, complessi calcarei eccezionali nei quali si è sviluppata un'idrografia particolare in quanto i corsi d'acqua, dopo aver percorso valli strette, incassate e quasi inaccessibili, vengono inghiottiti da voragini prima di raggiungere il mare, costituendo sistemi carsici che si sviluppano tra laghi, sifoni, pozzi e fiumi sotterranei.
Specialità Tipiche dell'Ogliastra
In Ogliastra tantissimi prodotti si contraddistinguono ancora oggi per la loro genuinità. La produzione limitata, il clima, la stagionatura, il rispetto delle antiche tradizioni nella lavorazione, fanno sì che abbiano il gusto e la genuinità dei prodotti confezionati dai nostri avi.
'Sa coccoi 'e cibudda', una sorta di focaccia con cipolle, zucca, farina e pomodori freschi o secchi e cucinata nel forno a legna, adagiata su foglie di cavolo e poi sa coccoi 'e patata, fatta con gli stessi ingredienti dei culurgiones ma cucinata al forno.
Minestra di 'friscidu' e fregola: a base di fregola, formaggio caprino in salamoia e menta fresca. 'Civargeddus prenus': composti di patate lesse, zucchine soffritte con olio e cipolle, formaggio in salamoia ('casu 'e fitta'), pepe nero, aglio: il ripieno così ottenuto viene steso su una sfoglia di pasta e cotto in forno. 'Maccarronis sciarrancaus': fatti di farina, acqua, a scelta uovo. 'Civargeddu 'e cipudda': pane di cipolle, tradizionalmente fatto con pasta di pane cui si aggiungono cipolle crude e ciccioli ('erda'); adagiato su foglie di cavolo, tradizionalmente viene cotto in forno a legna dopo aver sfornato il pane. Gnocchi di patate: fatti di farina, patate lesse, acqua e sale,cotti in acqua bollente e conditi con sugo e formaggio. 'Cigiri a pisili': piatto fatto con ceci (ammollati in acqua tiepida), lardo, cotenna di maiale, piedini di maiale o testa di maiale, cui si aggiungono a fine cottura delle patate. Pecora in cappotto: bollito di pecora cucinato con l'aggiunta di sedano, cipolla, carote, spezie varie, sale. 'Cagliu': caglio, fatto con la pancia di capretto piena di latte materno, lasciata essiccare. 'Trattalia': coratella, fatta con le frattaglie (fegato, polmone, cuore e milza) tagliate a pezzi, inserite in uno spiedo, alternanate con pezzi di lardo, ricoperte con la nappa e legate con l'intestino, cotte allo spiedo. 'Corda': stomaco della pecora o capra con l'intestino; può essere cucinata arrosto, sbollentata o bollita con piselli o patate da aggiungere a mezza cottura. 'Casu agedu' (formaggio acido): fatto con latte di capra e caglio. 'Pardulas' (formaggelle), fatte con formaggio di giornata, tuorli d'uovo e zafferano, inserite in una sfoglia fatta con farina e acqua e cotte in forno. 'Pani e saba': fatto con farina, noci, nocciole, mandorle, uva sultanina, zucchero, spezie e 'sapa' ('binu cottu'), ricoperto di monperiglia ('traggera'). 'Su cunfettu': è ancora oggi il dolce tipico baunese, offero per tradizione in occasione dei matrimoni; i suoi ingredienti principali sono il miele, le mandorle e la scorza d'arancia grattugiata; in un tegame di rame si versano il miele e la scorza d'arancia e si porta il composto a ebollizione sino a raggiungere consistenza compatta; sul finire della cottura si aggiungono le mandorle; il composto ottenuto viene steso su una tavola di legno, precedentemente umidificata, per esser poi tagliato a fette che vengono sistemate in vassoi, ciascuna su una foglia d'arancio e ricoperta con un'altra, in modo che le foglie esaltino il sapore e la bontà. 'Su pistoccu': noto anche come carta da musica, è ancora oggi il pane tipico della zona, gli ingredienti principali sono la farina di grano duro, il lievito, il sale, la semola e l'acqua, che insieme vengono amalgamati sino a ottenere un composto omogeneo col quale si procede poi a formare fogli di pasta rotondi (o quadrati) che vengono stesi in teli appositi sino ad avvenuta lievitazione; la pasta viene infornata per due volte nei tradizionali forni a legna: con la prima cottura assume una forma rigonfia; poi è suddivisa in due sfoglie che verranno reinfornate per pochi minuti a una temperatura più bassa per essere tostate, sino a donare loro un aspetto dorato; il pane può essere consumato sia secco che inumidito.
Il Trenino Verde in Ogliastra
"Trenino verde" è il nome dato al servizio turistico promosso dalle Ferrovie della Sardegna che consente di viaggiare e conoscere il volto più vero e suggestivo del nostro territorio. Grazie alle splendide vie ferrate, è possibile percorrere il cuore della nostra isola e visitarne alcuni dei luoghi più belli, spesso talmente impervi e nascosti che è possibile raggiungerli soltanto a piedi e con grande difficoltà. Se si desidera trascorrere un momento sereno e distensivo il Trenino è l'ideale: la sua velocità moderata consente di assaporare appieno il paesaggio e la natura circostante e visitare luoghi dal fascino antico e lontano.
Partendo da Arbatax, stazione ferroviaria sul mare, si attraversano i territori di Girasole, Villagrande, Elini, Arzana, Ilbono e Lanusei; apparirà , maestosa, la catena del montuosa del Gennargentu, la più alta in Sardegna, che riflette le sue cime sul lago Flumendosa. Il paesaggio è un alternarsi di emozioni: solitaria si erge "Perda Liana", tacco di roccia calcarea che introduce nei territori di Gairo, Ussassai, Ulassai e Seui, dove il terrirorio cambia nuovamente aspetto, con rocce dalle forme più svariate. Dopo aver attraversato più di 60 chilometri di strada ferrata, circondata da un bosco di lecci scolari, la locomotiva si ferma sui binari. Il percorso può proseguire a piedi per l'Oasi naturalistica di Montarbu, tra il territorio di Ussassai e Seui, tra i profumi e i colori di un ambiente incontaminato. Una piacevole passeggiata condurrà alla scoperta dei tacchi di roccia calcarea.