Vincitori: Bruno P., Graziano M., Arceo S., Ascanio S., Nuragicum, Antonella S., Carlo S.
Nuraghe Erismanzanu - Esporlatu (SS)
Esporlatu è il più piccolo dei nove comuni che costituiscono il Goceano, una regione nel cuore della Sardegna, nell'Alta Valle del Tirso. Il centro sorge ai piedi del Castello del Goceano, oggi noto come Castello di Burgos, voluto da Gonario II di Torres nel 1129. Il suo territorio si estende, tra monti e pianura, per 4831 ettari.

Le più antiche tracce della presenza dell'uomo nella zona risalirebbero al Bronzo Antico (1800-1500 a.C.), come dimostrano i resti di alcuni nuraghi a corridoio rinvenuti nell'agro comunale. La civiltà nuragica del Bronzo Medio e Recente compare con un numero di monumenti senz'altro più elevato e si manifesta con nuraghi a tholos, tra monotorre e nuraghi a planimetria complessa e tombe di giganti.

Mancherebbero nel territorio, allo stato attuale delle ricerche, le manifestazioni artistiche più antiche (Neolitico Recente ed Eneolitico) che, invece, sono presenti cospicuamente nei comuni limitrofi.

Il nuraghe Erismanzanu si erge a m. 803 s.l.m., nell'omonima località, a 4 Km. da Foresta Burgos, regione rinomata dal punto di vista paesaggistico, per il suo patrimonio faunistico (è stata definita "il regno del cavallo arabo-sardo") e, aggiungiamo noi, per gli innumerevoli nuraghi. La località è raggiungibile procedendo da Foresta Burgos verso il centro abitato di Burgos; a 2 Km. dall'incrocio si prosegue per un sentiero sulla destra fino al primo cancelletto in ferro, da cui il monumento dista 500 m. circa.

Purtroppo, come spesso avviene nelle zone interne dell'isola, anche i monumenti più validi sono privi della segnaletica direzionale, per cui non sempre è facile giungere a destinazione. La bella torre di Erismanzanu non è visibile dalla strada statale, da cui dista 700m., poiché si eleva lungo il pendio che giunge a Sud fino al Riu Fruschiosu, oggi a carattere torrentizio, ma che, in età preistorica, poteva rappresentare una valida fonte d'approvvigionamento idrico. Si sa, infatti, che i nuragici cercavano, per i loro insediamenti militari, le località più adatte sia ai loro scopi difensivi (posizioni strategiche che dominassero il territorio circostante) che per la loro economia (solitamente pastorale nelle zone interne ed impervie), dove l'acqua giocava, sicuramente un ruolo predominante.

Discendendo, dunque, per tale pendio iniziamo ad avvistare il nuraghe a poca distanza da esso. Ai nostri occhi si presenta una bella torre troncoconica, imponente e maestosa, sormontata, sulla vetta, da un pennacchio sempreverde di lecci e bagolari, mentre il paramento murario esposto a Nord ammantato d'edera.

La sua bellezza aveva colpito anche il Taramelli, (TARAMELLI 1913, Taramelli A., "Carta Archeologica. Foglio 194, Ozieri", Firenze.), l'archeologo che, nei primi decenni del secolo, peregrinò per la nostra isola visitando centinaia di monumenti. Egli considerava il nuraghe Erismanzanu come " .... il più bel nuraghe del territorio". Lo stesso autore ha parlato di alcuni oggetti rinvenuti all'interno e all'esterno del monumento e "....avanzi di costruzioni minori" di cui oggi non si conserva alcuna traccia.

Il monumento un monotorre a tholos a planimetria semplice, con schema classico nel disegno di base, noto nelle centinaia di monumenti del genere edificati in Sardegna nell'età del Bronzo Medio (XVI - XIII secolo a.C.), ma variato, come vedremo, dalla presenza di alcuni elementi. Presenta, dunque, un corridoio munito di scala elicoidale a sinistra e garetta di guardia a destra, camera voltata con tre nicchie disposte a croce.

La torre costruita, esternamente, con massi in trachite di dimensioni eccezionali, specie alla base, i quali si riducono di volume procedendo verso l'alto al fine di alleggerirne la struttura. Per dare l'idea delle dimensioni dei blocchi forniamo la lunghezza e l'altezza di due pietre che fungono da stipiti all'ingresso del nuraghe: m. 1,52 x 0,63 e m. 1,24 x 0,60.

Sia nei filari inferiori che in quelli superiori i blocchi, con la faccia a vista rettangolare, sono ben lavorati, squadrati, quasi in opera isodoma in facciata. Ne risulta, dunque, un paramento murario esterno a filari perfettamente regolari, con buona combaciatura dei giunti senza uso di zeppe di rincalzo. La torre, che si eleva per un'altezza massima di 8 m. e diciassette filari di pietre, priva, esternamente, solamente del terrazzo i cui resti non sono stati rinvenuti neanche alla base. Il terrazzo, d'altronde, o meglio i resti di esso, si conservano solamente in rarissimi casi e, tra essi, il nuraghe Tilariga di Bultei e quello Albucciu di Arzachena.

È grazie ai modellini in bronzo di nuraghi provenienti da Ittireddu ed Olmedo (VII-VI sec. a.C.) che conosciamo come terminavano superiormente le torri troncoconiche nuragiche, riprodotte in calcare anche in un modellino rinvenuto a Barumini, in cui il ballatoio con parapetto sporgente dal filo murario, è sorretto da mensole.

L'apertura d'ingresso guarda nel punto di maggiore illuminazione, ad Est, come solitamente avviene nei monumenti di tal genere, ed è sormontato da un architrave perfettamente lavorato e con faccia a vista rettangolare, lungo m. 1,60, alto m. 0,70 e spesso m. 0,80.

Il monolito alleggerito da un finestrello di scarico, un'apertura in questo caso "a clessidra", che consentiva di scaricare ai lati dell'architrave e, dunque, sugli stipiti, il peso delle strutture soprastanti.

L'ingresso, un tempo chiuso, probabilmente, con materiale ligneo o litico, consente l'accesso al corridoio, coperto da grossi lastroni, nel quale si affaccia, sulla sinistra, l'ingresso per la scala elicoidale, che consente, tutt'oggi, girando attorno alla camera centrale circolare, l'accesso agli spalti superiori.

La garetta di guardia, a destra del corridoio, una nicchia coperta ad ogiva che consentiva alla sentinella di assalire, eventualmente, il nemico e di difendersi con lo scudo tenuto con la mano sinistra e un'arma impugnata con la mano destra.

Un imponente ingresso, a m. 5,20 dal primo, immette nella camera centrica, il vano più ampio fra tutti. L'ingresso, di luce trapezoidale, alto m. 2,70. La camera perfettamente circolare con diametri di m. 4,50. Le tre nicchie, ricavate entro lo spessore murario (per alleggerire la struttura, giacigli o ripostigli?) sono disposte in schema cruciforme: una di fronte all'ingresso alla camera, una a destra e una a sinistra. Anch'esse, come la garetta, sono coperte ad ogiva.

Al centro del pavimento, fino a poco tempo fa nascosto da un masso appena affiorante dal pavimento, si apre un pozzetto. Difficile dire quale fosse la sua funzione, se un pozzo d'acqua o più probabilmente, un "silos". Comunque sia, il vano sotterraneo, profondo dal pavimento poco più di un metro, presenta un paramento murario costituito da blocchi ben lavorati.

La camera coperta con volta a tholos, alta, dall'apparente pavimento, m. 7,50. È costituita, a differenza del paramento murario esterno, da file di blocchi a faccia poliedrica, ben uniti fra loro, oltre che da rare zeppe, da malta di fango fra gli interstizi. Anche nel vano centrico, come all'esterno, i blocchi di grosse dimensioni sono stati posti nei filari sottostanti, mentre, verso l'alto, gli stessi, si riducono nelle dimensioni.

La parte superiore della torre è accessibile, come già detto, percorrendo la scala elicoidale ottenuta nel corridoio.

Il terrazzo, gli spalti superiori, avevano funzione, essenzialmente di carattere difensivo e rappresentavano, dunque, il vero punto strategico del nuraghe. I mensoloni di base del terrazzo, in origine, sporgevano dalla parte superiore della torre, protetti da un parapetto verticale. È dall'alto che i nuragici dominavano il territorio circostante, avvistavano il nemico e potevano proteggersi dagli attacchi degli incursori, attaccando essi stessi con le rudimentali armi di cui disponevano.

Il terrazzo del nuraghe Erismanzanu era munito, inoltre, di due ripostigli, uno dei quali profondo intorno ai 3 m., la cui funzione, ancora dubbia, poteva essere in relazione col carattere abitativo e difensivo della struttura.

Certo è, comunque, che il nuraghe Erismanzanu con la sua bella torre e le particolari caratteristiche che lo distinguono da tanti altri monumenti (paramento murario con blocchi perfettamente squadrati, pozzetto interno alla camera e ripostigli nella parte superiore), resta ancora oggi un monumento sconosciuto ai più e non dovutamente valorizzato.

Info: http://www.edizionisole.it/isv/nuraghi/ita.nuraghi.html