Vincitori: Antonella S., Arceo S., Alessandra P., Rita A., Marcello P., Mauro P., Elena C., Tina G., Gianna S., Angelo P., Giampaolo D., Emilio b., Renato M., Antonio P., Patrizia M., Paolo C., Valeria F., Ettore G., Piera U., Linda D., Alessandra O., Giorgio P., Giuliano C., Nico L., Maria Teresa M., Ornella G., Paola S., Enza F., Daniela M., Romano M., Franco S., Marina F., Graziano M., Flavio N., Lanfranco P., Laura C., Luigi N., Monica P., Karin V., Valentina C.
La Torre di Portoscuso - Portoscuso

Il simbolo della nascita di Portoscuso è rappresentato dalla Torre che si innalza da secoli su uno sperone roccioso e domina tutto il golfo circostante. La sua costruzione risale al periodo della dominazione spagnola ed il fine era quello di stabilirvi un presidio armato a difesa del luogo, con l'avvistamento delle navi nemiche ed in particolare quelle dei pirati saraceni. Costoro giungevano per depredare lo stabilimento della tonnara e quanto a loro poteva tornare utile, compresi gli abitanti che portavano via per venderli come schiavi.
Questa Torre è dunque la muta testimone degli avvenimenti del paese, nato sotto la sua ombra, ed è testimone di tutte le calamità ed i travagli che i portescusesi subirono e della forza di volontà che ebbero perché il paese che avevano fondato prosperasse.
Essa fa parte di una serie di torri che circondano il litorale della Sardegna, fatte costruire appunto dal Real Governo Spagnolo a scopo di difesa.
Il motivo principale che rese necessaria la costruzione di tali opere di difesa fu la costante ed invadente potenza dei Saraceni i quali, fin dai tempi delle Repubbliche Marinare, costituivano un continuo pericolo sia per i naviganti sia per i paesi costieri, che vivevano nel terrore di possibili saccheggi.
Alcune erano state costruite con il solo compito di segnalazione di eventuali pericoli, altre con il compito di difesa vera e propria. La loro locazione era scelta di solito nei punti più alti degli imbocchi dei porti, a protezione dei traffici marittimi in genere ed in particolare per proteggere il ricavato delle pesche del tonno e dei corallo, poiché tali attività, soprattutto le "autunnares", le tonnare, avevano avuto un grande sviluppo durante il regno di Filippo Il di Spagna.
La costruzione della Torre di Portoscuso risale al periodo dell'impianto della tonnara, realizzata con l'autorizzazione di Filippo Il dal mercante cagliaritano Pietro Porta, il quale si era trovato nella necessità di proteggere la costa dai pirati saraceni.
Nell'anno 1636, durante una delle incursioni più violente, i barbareschi riuscirono ad avere il sopravvento sul presidio armato ed a radere al suolo la Torre. La sua riedificazione venne subito disposta e stanziata con i fondi della Real Cassa. L'anno seguente, su progetto del Mastro Razional Don Giacinto de Bolea e su lavori di costruzione diretti dai capi mastri scalpellini della città di Cagliari - Gaspare Pinna e Nicolao Cuccuru -, la Torre veniva di nuovo edificata e resa funzionante.
Un altro terribile attacco barbaresco si ebbe nell'anno 1760; la Torre fu ancora semidistrutta, e poi ricostruita con l'attuale forma a tronco di cono.
Poggia su un gruppo di scogli, a metri 30 sul livello del mare, ed ha un'altezza di metri 16. Tutti i successivi attacchi da parte dei nemici, vennero respinti; pertanto la torre conserva la stessa struttura di allora.
Essa ha la parte esterna ricoperta di pietre irregolari, mentre la sommità è circondata da pietre regolari a rostro per difesa e altre feritorie per offesa.
Tramite una scala esterna a ventaglio, composta da 18 gradini si accede al primo piano, sollevato a metri 4 dal suolo. L'illuminazione interna è data da 7 finestre ad arco. Al centro trovasi, interrata, una cisterna di circa 3 metri cubi alimentata dall'acqua piovana che dalla terrazza è fatta confluire con condotte interne ai muri perimetrali.
In vistoso risalto due archi a tutto sesto si intersecano al centro, a metri 8 di altezza, dividendo la volta circolare in quattro quarti. In quello di Nord-Est gli archi si obliquano, in quanto per la loro funzione statico-bellica dovevano reggere la spinta che i cannoni, sistemati nella terrazza, esercitavano. Una scala con 40 gradini, a camminamento interno, congiunge la sala alla terrazza. Attualmente qui nella parte NE si trovano due vani e un ripostiglio, fatti costruire nel periodo sabaudo per alloggiamento della Regia Guardia delle Gabelle (Finanza).
Nella calotta restante, vi sono 8 posti per i cannoni. In origine la capacità di fuoco dei pezzi di artiglieria era di 360 gradi.
Data la sua ubicazione, la visualità è tale da comprendere la pianura fino a Paringianu, i canali di Sant'Antioco e San Pietro, su Scogliu Mannu, la baia di Portupaleddu e tutto il coronamento roccioso che da Baccu Ollastu va a Ghilotta e Sinineddu.

Fonte: http://www.portoscuso.com