Vincitori: Antonio P., Antonella F., Piera, Adele F., Paola S.
Chiesa di San Basilio - Samugheo (OR)
Alla fine del XVI secolo, durante un periodo di carestia, scoppiò a Samugheo una grave pestilenza che falciò un buon numero di abitanti. La peste non accennava a cessare e quando tornava l’estate si manifestava sempre una recrudescenza. Fu allora che gli abitanti, presi dalla disperazione, invocarono San Basilio, promettendogli di edificare una chiesa in suo onore, se il male avesse abbandonato il paese. La peste di li a poco scomparve e cosi pure la carestia e cosi i Samughesi, riconoscenti, si diedero da fare per mantenere la promessa. Festa San Basilio Fontana di San Basilio Furono fatte varie questue per poter costruire la chiesa, che fu ultimata quasi certamente nel 1597.Intorno alla metà del XVII secolo l’edificio, costituito da un'unica navata, fu dotato anche di due piccole campane e nel 1780 furono realizzati gli altari nelle cappelle laterali e dedicati a San Costantino e a Sant’Isidoro.
Nel 1878, in seguito ad alcune lesioni, fu ricostruita la facciata con un rosone circolare e un piccolo campanile con archi a sesto acuto, dopo aver allungato la chiesa di circa sette metri. Degli inizi di questo secolo è invece l’attuale altare di marmo. Vari interventi si susseguirono in tempi diversi, tanto che degli antichi materiali restano solo le strutture murarie. Tra i muri portanti si intravedono alcuni spezzoni di colonne usati come materiali di riutilizzo.
Lo stesso pavimento della chiesa era costituito da poderose lastre di trachite squadrate e levigate, messe in opera tra il 1706-1707 e scalzate da pochi decenni per far posto a un pavimento in graniglia. Attualmente la costruzione presenta scarso interesse artistico, ma ha un grande valore spirituale per la popolazione che ha conservato una grandissima venerazione per questo santo protettore e guaritore, che gli antichi chiamano “Basile Mannu Dottore”e che ancora gode di grande prestigio.
La devozione al santo, molto sentita dagli abitanti di Samugheo, è attestata da un manoscritto datato 13 agosto 1583, in cui si parla di una processione fuori paese che il rettore Baldassarre Deligia fece con la statua di San Basilio, seguito da tutto il popolo. È da presumere comunque che il culto fosse assai più antico della data citata, anche se la festa vera e propria appare ben strutturata, con il suo obriere maggiore, solo a datare dal 1603. Mesi prima della festa is oberaios si preparavano per la questua in onore del santo, sa pedida'e Santu Asile. Andavano di casa in casa, di ovile in ovile, di aia in aia.
Le campane cominciavano a suonare per annunciare i questuanti che uscivano per la raccolta e la gente si preparava ad offrire al santo, secondo le proprie disponibilità, frumento, formaggio, o qualche pecora.
Il tutto sarebbe servito per organizzare la festa, alla quale convenivano diverse persone, anche dai paesi vicini. I questuanti si presentavano alle aie vestiti a festa, con i cavalli bardati e sa bertula colorada, la bisaccia delle feste. Is oberaios avevano sempre, durante la questua, una tabacchiera piena di tabacco da naso
Dopo l’offerta porgevano sa tabachera e ognuno prendeva un pizzico di quel tabacco che inspirava volentieri, come se fosse il santo in persona ad offrirlo. In onore di San Basilio veniva organizzata una corsa di cavalli con premi in danaro chiamata sartiglia. Ne fa cenno un manoscritto del 1620, che tra le spese sostenute per la festa inserisce anche la somma di lire sarde otto come premia a los caballos de la sartilla.
Per competere in questa gara, che oggi viene chiamata palio, convenivano anche dai paesi vicini, forse sollecitati dal premio in danaro che questa comportava.
Esiste però un'altra gara in onore di Santu Asileddu (si allude con questo nome a una piccola statua di San Basilio) riservata esclusivamente ai cavalieri locali. È chiamata sa cursa 'e su pannu ed è più antica della precedente. Tale corsa, fino agli anni venti, si teneva lungo la via principale del paese. I cavalli partivano da Sa Rughe 'e pedra, attraversavano il centro abitato e terminavano la corsa davanti alla chiesa del santo. Anc???? ora oggi i vecchi dividono il paese in due parti, seguendo la linea di percorso che facevano i cavalli. Tre giorni prima della festa is oberaios con is oberaieddos, i priori accompagnati da bambini, girano per il paese portando con sé Santu Asileddu e mostrando su pannu. Chiedevano un offerta e davano in cambio un pezzo di fettuccia benedetta .

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