Fuochi di Sant'Antonio Abate 2020 a Illorai
La festa di S. Antonio Abate è tra le ricorrenze piu’ care agli illoraesi. Nato in Egitto intorno al 250 d.C. da una ricca famiglia di proprietari terrieri, Antonio donò tutti i suoi beni ai poveri e si ritirò nel deserto, scegliendo una vita di solitudine e di preghiera
In Sardegna, la figura del Santo è strettamente collegata all’immagine del fuoco: in tutta l’Isola, infatti, è diffusa, seppure in diverse varianti, la leggenda di Antonio che, disceso agli Inferi, con uno stratagemma sottrae il fuoco al demonio e lo dona agli uomini, condannati, sino ad allora, a vivere su una terra interamente ricoperta da ghiacci perenni.
E' proprio per ricordare questo dono, ad Illorai come in tutta la nostra Isola, si è perpetuata nei secoli, l’usanza di accendere i falò, sos fogarones, fuochi che, nel cuore del buio inverno rappresentano la luce e quindi la vita.
La sera del Vespro è, per gli illoraesi, il momento de S’Ardia, processione a cui partecipano tutti i fanciulli e gli adolescenti del paese. S’ardia è composta da un lungo bastone sulla cui sommità sono poste tre focacce a forma d’anello di diverso diametro, ricoperte da un fazzoletto di seta.
Il pane, che rievoca la figura di Gesu’, e il numero tre che ricorda la Santissima Trinità, ci fanno comprendere come questa manifestazione sia stata, da sempre, percepita come un omaggio e una supplica verso il Santo, affinchè interceda con Dio per il bene del paese e del suo popolo.
Il foulard che copre i pani è adornato da alcuni nastri preziosi e antichissimi, provenienti dai grembiuli del costume che le spose indossavano il giorno del loro matrimonio e che, finita la cerimonia nuziale, offrivano in segno d’omaggio alla Madonna Assunta.
La sera della vigilia, dopo la SS. Messa in onore del Santo e la benedizione delle Ardie da parte del Sacerdote, lungo le vie del paese si snoda un lungo corteo al seguito degli Ardiani: la sfilata segue un percorso stabilito dalla tradizione e sosta in alcune località per ricordare i luoghi in cui, in tempi remoti, erano ubicate le antiche chiese del paese – il rione di S. Paolo, attuale Cantareddu, quello di S. Pietro, p.zza S. Antonio, via Santa Maria, rione San Giovanni etc .
In ognuna di queste località, il corteo sosta brevemente e i partecipanti recitano l’Ave Maria in sardo, per ricordare che, proprio in quei luoghi, i nostri antenati pregavano e supplicavano Dio. In ciascuna di queste tappe, il corteo si avvicina al fogarone e le Ardie girano intorno al fuoco per 2 volte, in senso antiorario. Questo rito, secondo la tradizione, ha il significato di allontanare la sfortuna e le avversità.
Nell’ultima tappa si scompone l’Ardia e si divide la focaccia più grande in nove parti. Un frammento di pane viene offerto a tutti i presenti e , in particolar modo, alle persone di nome Antonio, ai pastori e ai contadini che custodiscono tale porzione per un intero anno, poiché si ritiene preservi gli abitanti della casa, le greggi e le coltivazioni dalla malasorte e dalle avversità.