Il 16 e il 17 gennaio 2024, in numerosi paesi della Sardegna, si festeggia la tradizione del fuoco di Sant'Antonio, una pratica che ha resistito al trascorrere dei secoli, mantenendosi radicata nella cultura locale. Sant'Antonio è, infatti, uno dei Santi più venerati nell'Isola.
Fuochi Sant'Antonio Abate Sardegna 2024
Secondo un'affascinante leggenda, che ricorda la vicenda di Prometeo, Sant'Antonio Abate rubò il fuoco agli Inferi per portare luce e calore alla Terra, all'epoca avvolta da temperature glaciali. Il Santo si recò alle porte dell'Inferno in compagnia del suo porcellino e del suo bastone di ferula., chiedendo ai diavoli un po' di fuoco. Nonostante il rifiuto dei diavoli, la leggenda narra che il maialino, con astuzia, passò tra le gambe di un demone che bloccava l'accesso, scatenando il caos con i diavoli che lo inseguivano senza successo.
Il custode dell'Inferno, alla fine, concesse a Sant'Antonio l'accesso per riprendersi il maialino. Antonio, abile nel suo intento, poggiò la punta del suo bastone di ferula sul fuoco, richiamò l'animale e se ne andò. I diavoli non si accorsero che il bastone aveva iniziato a ardere al suo interno senza emettere fumo: il Santo portò con sé una scintilla, regalando così il prezioso dono del fuoco agli uomini. Un gesto che ha plasmato la tradizione ancora celebrata oggi.
Il Rito dei Fuochi di Sant'Antonio Abate: Un'Antica Celebrazione di Comunità
Nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, la Sardegna si anima con la festa dei fuochi dedicata a Sant'Antonio Abate, un evento intriso di tradizione e spiritualità. Il fuoco, simbolo centrale di questa celebrazione, diventa il fulcro attorno al quale gli abitanti dei paesi si riuniscono condividendo vino e prelibatezze preparate appositamente per l'occasione.
Durante la suggestiva processione, il parroco del paese benedice la propria comunità e compie un giro tra i fuochi dei vari rioni, consolidando il legame spirituale e sociale tra i partecipanti. Un'altra pratica radicata nel tempo è quella di compiere, quando le fiamme raggiungono il punto più alto, tre giri in senso orario e altrettanti in senso antiorario intorno al maestoso falò.
Il culmine di questa festa avviene il 18 gennaio, noto come Sant'Antoneddu, un giorno significativo in cui la comunità, in attesa dello spegnersi dei fuochi, si scambia cibo e vino in un gesto simbolico di amicizia e solidarietà. Il falò, quindi, assume il ruolo di elemento unificante e aggregante, intorno al quale si sviluppano spontanei momenti di gioia e condivisione, accompagnati talvolta da balli tradizionali che rendono l'atmosfera ancora più festosa.
Chiamati su fogu o su fogarone, i falò dedicati a Sant'Antonio Abate assumono differenti nomi a seconda della zona geografica e del metodo di preparazione.
Nell'Oristanese, ad esempio, il falò è noto come Sa Tuva, un imponente tronco cavo di un antico albero che viene accuratamente scelto in montagna e portato giù in paese. La cerimonia inizia con l'abbattimento del tronco, intorno al quale vengono posizionati rami, soprattutto di alloro, che oltre a sostenere il tronco, diffondono un piacevole profumo nell'aria.
Nelle località della costa orientale, in particolare nell'Ogliastra, i fuochi prendono vita grazie a sas frascas, non tronchi, bensì frasche tipiche della macchia mediterranea come corbezzolo e lentischio. Raccolte con entusiasmo al grido di "Ajò a sa frasca, ajò a sa selema", queste frasche vengono accumulate nelle campagne nei giorni che precedono la festa e portate in paese il 16 gennaio.
In altri comuni, il rito assume il nome di "sos focos", con la pratica di raccogliere legna di casa in casa, offerta dalle famiglie e successivamente ammassata in piazza. Una tradizione resistente che si perpetua in diversi paesi del Nuorese e del Nord Sardegna.
In alcune località come Dorgali e Siniscola, le frasche del rosmarino sono utilizzate per creare il falò noto come "su romasinu".
L'Inizio del Carnevale tra Fiamme e Maschere
L'accensione dei fuochi in alcune località coincide con la prima uscita dell'anno delle maschere di Carnevale. A Mamoiada, in particolare, durante la festa di Sant'Antonio, si assiste all'imponente vestizione e a "sa prima essia" (la prima uscita pubblica) di Mamuthones e Issohadores. Altre località, come Ottana con Boes, Merdules e Filonzana, Sadali con S’Urtzu e Su Pimpirimponi, Orotelli con i Thurpos, e Gairo con i Maimulus, celebrano l'inizio del Carnevale in modo unico e spettacolare.