Tigellio Ermogene
I secolo a.C.


Musico sardo residente a Roma. Non si hanno certezze circa il luogo di nascita e lo status sociale d'origine: Pasquale Tola, autore ottocentesco del Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna, ritiene che fosse uno schiavo affrancato nato a Nora.

Dotato di un notevole talento musicale, divenne amico di potenti personaggi come Cesare, Cleopatra e, dopo la morte di Cesare, di Ottaviano, suscitando l'invidia di due grandi letterati ed esponenti dell'intellighenzia romana: Cicerone e Orazio. Cicerone lo ricorda spesso nelle sue lettere familiari, con toni di disprezzo, peraltro rivolti in generale alla Sardegna tutta: lo definì infatti …hominem pestilentiorem patria sua, cioè, un uomo più pestifero della sua patria. Anche Orazio fu un detrattore di Tigellio, del quale stigmatizzò la stranezza del carattere e la stravaganza dei modi di fare.

Nella Satira II del libro I, il celebre poeta venosino descrisse il corteo funebre che accompagnò il funerale del cantore sardo, morto tra il 40 e il 39 a. C., tratteggiando una sorte di corte dei miracoli, tristissima e al tempo stesso festosa, costituita di procaci suonatrici di flauto, ciarlatani venditori di unguenti miracolosi, mendicanti di professione, donne di facili costumi, comici di basso rango. Nella Satira III dello stesso libro, forse composta nel 37-38 a.C., quindi qualche anno dopo la morte di Tigellio, quando l'invidia si era ormai fatta meno pungente, Orazio tratteggiò un gustosissimo quadro del cantore isolano, descrivendolo come un artista capriccioso e bizzarro, capace di cantare quando nessuno lo chiedeva, e, con altrettanta ostinazione, di rifiutarsi di improvvisare i suoi versi quando era invitato a farlo. E' del tutto fantasiosa l'attribuzione a Tigellio, avanzata nell'Ottocento, di un vasto complesso residenziale del II - III secolo d.C. sito nel quartiere di Stampace a Cagliari e comunemente denominato "Villa di Tigellio".