Raimondo Carta Raspi
1893-1965
Intellettuale, editore e giornalista. Nacque a Oristano nel 1893. Si laureò in scienze sociali a Firenze, dove iniziò l'attività giornalistica (Nuovo Giornale).
Tornato in Sardegna nel 1922, si stabilì a Cagliari. Assertore di un sardismo aperto al confronto con le altre culture, era profondamente convinto che la ripresa sociale e la modernizzazione dell'isola passassero attraverso la diffusione dell'istruzione e la cultura. Diede quindi vita, nel 1923, alla rivista e alla casa editrice Il Nuraghe. Il periodico, intorno a cui ruotavano intellettuali antifascisti e afascisti, dava spazio a problematiche letterarie, storiche ed artistiche; fu molto apprezzato (premio "Merello" 1924), ma cessò di essere pubblicato nel 1930 per l'impossibilità di sfuggire all'oppressivo controllo del fascismo. La casa editrice riscosse grande successo alla III fiera internazionale del libro di Firenze nel 1928.
Pubblicò monografie inedite, ristampe anastatiche di famose opere del Lamarmora, Wagner, Martini, Bellieni, dei viaggiatori francesi dell'Ottocento, e dei poeti e romanzieri isolani Carboni, Costa, Bacaredda. Pubblicò anche opere d'arte, teatro sardo e saggistica.
Nel 1946 il Carta Raspi diede vita alla rivista Il Shardana, rivolta a problematiche autonomiste e federaliste, in linea con le fervide speranze di ricostruzione degli anni del dopoguerra. Personalità poliedrica, scrisse lui stesso di storia, letteratura e teatro.
Tra le opere più note Sardegna terra di poesia (1930), Artisti, poeti e prosatori di Sardegna (1927), Album di costumi sardi (1931), Storia di Sardegna (postuma). La sua visione storica dell'isola fu quella di una millenaria emarginazione, spezzata soltanto dalla grande epopea giudicale e dal movimento artistico e culturale sviluppatosi nel primo novecento.
Morì a Cagliari nel 1965.