Giuseppe Biasi
1885-1945


Pittore, tra i maggiori interpreti del mondo agro-pastorale sardo. Nacque a Sassari nel 1885, il padre ingegnere veronese di origini aristocratiche.

A Sassari compì gli studi classici e iniziò la vicenda artistica, disegnando caricature per i fogli Il Burchiello e Il Massinelli, dipingendo e frequentando intellettuali ed artisti, come Filippo Figari e Francesco Ciusa.

Nel 1904 si iscrisse a Roma in legge, entrando in contatto con gli ambienti colti e con la Deledda, con la quale avrebbe in seguito strettamente collaborato. Tornato a Sassari, proseguì con successo l'attività di caricaturista e grafico ed iniziò a viaggiare per i paesi barbaricini, un mondo che gli appariva primitivo e felice e che gli suscitava profonde sensazioni estetiche. Si laureò nel 1908 in legge a Sassari.

Presentata con un certo successo, alla Biennale veneziana del 1909, la tempera Processione nella Barbagia di Fonni, riprese i viaggi nei paesi sardi Cabras, santuario di Gonare, Teulada abbandonando nelle nuove opere il gusto geometrizzante per un linguaggio più realistico (Uscita dalla chiesa, Grande festa campestre, Processione in Barbagia).

Nel 1912 realizzò le prime xilografie. Nel 1913 partecipò alla prima Secessione romana, con opere di gusto simbolista-primitivista (Mattino in un villaggio sardo, Sardegna mistica) che lo lanciarono a livello nazionale; partecipò poi alla seconda Secessione romana e alla Biennale veneziana (Sera di festa in Teulada, La processione di Cristo), iniziando a collaborare con La grande illustrazione, periodico che vantava i migliori grafici italiani. Nel 1915 partì per il fronte e fu ferito. Stabilitosi a Milano, organizzò una fortunata mostra di artisti sardi (1917). Con una personale di dipinti e bozzetti (Sensazioni), nel 1919, inaugurò un nuovo stile, dal ricco cromatismo, che ebbe molto successo, anche commerciale, presso i milanesi.

Non mancarono tuttavia i detrattori che, nel 1920, lo accusarono apertamente di ripetitività ed insincerità, contrapponendogli la schietta rappresentazione della Sardegna di Antonio Ballero. Dopo alcune esperienze in Europa, nel 1924-1925 fu in Tripolitania e Cirenaica: soggiorno che ispirò la fase cosiddetta "africana", caratterizzata dallo studio dei volti di uomini e donne di colore e dai sensuali nudi femminili. Nel 1925 fu premiato all'Expo di Parigi con una medaglia d'oro. Nel 1926-1927 fu in Egitto, ad Alessandria, dove ebbe particolare successo con La Regina di Saba, e al Cairo. Tornò a Milano, nel 1928, in un clima divenuto nel frattempo avverso alla pittura folkloristica. Nel 1928-1929 trionfò alla Biennale d'Arte Sarda di Sassari e alla Mostra d'Arte di Cagliari. Nel 1931-1932 partecipò alla I Mostra d'Arte Coloniale di Roma ed eseguì i dipinti della nuova stazione ferroviaria di Tempio. Gli anni successivi, ampiamente dedicati alla xilografia, lo videro spesso attaccato dalla critica, con una grande affermazione a Milano nel 1937. Nel 1941 tenne una fortunata personale a Biella, città dove si stabilì. Divenuto filo-tedesco, nel 1943, aderì alla Repubblica Sociale. Dopo la liberazione, nel 1945, venne arrestato e fu assassinato durante un tumulto popolare, ad Andorno Micca, sede del campo di concentramento cui veniva condotto.