Giorgio Asproni
1808-1876


Intellettuale e uomo politico del XIX secolo, tra le massime figure della storia moderna sarda, grande autonomista e incrollabile repubblicano. Nacque a Bitti nel 1808.

Laureatosi in legge, abbracciò giovane la vita ecclesiastica, diventando canonico penitenziere di Nuoro. La vivacità dell'ingegno lo spinse a condurre una vita piena e movimentata, mentre emergevano le sue tendenze democratiche e repubblicane. Svestito l'abito talare, abbracciò la politica, divenendo uomo di punta della rappresentanza sarda del parlamento subalpino e della camera del regno d'Italia, per ben 27 anni, schierato nelle file della sinistra.

Dotato di spiccate doti oratorie, si occupò delle più importanti problematiche della Sardegna del tempo: agricoltura, ademprivi, colonizzazione, infrastrutture ferroviarie e marittime, miniere, circoscrizioni giudiziarie e amministrative, ordine pubblico. La sua azione di sensibilizzazione della classe politica nazionale sui problemi sardi portò il governo, nel 1868, ad istituire un'inchiesta parlamentare sulle condizioni dell'isola; inchiesta presieduta dal Depretis che peraltro non sortì gli effetti desiderati.

Irriducibile oppositore del Cavour e dei successivi governi di destra, l'Asproni seguì le grandi questioni di politica nazionale ed estera e acquistò prestigio anche in virtù dei rapporti che lo unirono ai maggiori esponenti democratici del risorgimento italiano: Mazzini, Garibaldi, Cattaneo, Manin ed altri. Aderì anche alla massoneria. Collaborò con i maggiori organi di stampa di orientamento democratico di Cagliari, Genova, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Roma e Milano, fu negli anni 1864-1865 direttore del Popolo d'Italia di Napoli. La sua attività politica e parlamentare dal 1855 al 1876 è ben documentata dal Diario, opera autobiografica in sette volumi e fonte di primaria importanza per gli studi sulla storia sarda e italiana dell'Ottocento.

L'Asproni si spense a Roma il 30 aprile 1876.