Domenico Lovisato
1842-1916
Matematico e geologo, nonché patriota istriano. Nacque ad Isola d'Istria nel 1842 da modesta famiglia.
Riuscì con enormi sacrifici a studiare, prima ad Udine, poi a Padova, iscrivendosi al corso universitario di matematica. Studente di grande talento, acceso irredentista, fu protagonista di clamorose manifestazioni di protesta contro la polizia austriaca, fu processato, incarcerato e condannato al confino più volte.
Nel 1866 si arruolò al seguito di Garibaldi per combattere in Trentino e per la liberazione della Venezia Euganea. Nel 1867 tornò a Padova diventata italiana e si laureò. Divenuto assistente di matematica, diresse i suoi interessi verso il campo geologico e botanico, iniziando la carriera universitaria che l'avrebbe portato a Sondrio, Sassari, Agrigento, Catanzaro, Cagliari.
Nel 1877 sposò a Venezia Pia Tamaro che gli avrebbe dato tre figli. L'interesse scientifico e la forte tempra fisica lo portarono, nel 1881, a partecipare all'importante spedizione di Giacomo Bove in Patagonia e nella Terra del Fuoco, dove fece eccezionali scoperte. Nel 1884 fu nominato ordinario di geologia e mineralogia presso l'università di Cagliari.
Il Lovisato amò e studiò con passione la Sardegna, "l'isola bella", come amava definirla. Innumerevoli furono le sue pubblicazioni geologiche e mineralogiche, con risultati che superarono gli studi dello stesso Lamarmora, mentre dalle faticose ricerche scaturì una preziosa raccolta di rocce, fossili e minerali sardi che fu costituita in museo a lui intitolato, nel 1956, ad opera della stessa università.
Il Lovisato ebbe un particolare interesse per le isole maddalenine, dove scoprì l'esistenza di due specie minerali, la tormalina e il granato, e dove studiò il pregiato granito di Cala Francese. Amò particolarmente Caprera, dove poteva trattenersi con l'amico Garibaldi e dove spesso tornò, dopo la morte dell'eroe, per onorarne la memoria. Al Lovisato si deve anche l'organizzazione del Club Alpino Sardo e la costruzione del Rifugio Lamarmora sul Gennargentu. La permanenza in Sardegna e gli interessi scientifici non spensero però il suo amore per la terra natale ed i sentimenti antiaustriaci, ancora tanto forti da indurlo a chiedere al ministro della guerra, nel 1915, di essere arruolato sul fronte italiano per la liberazione dell'Istria: un coraggioso "avanzo di camicia rossa", come umoristicamente si definì in quell'occasione, che tuttavia si spense nel 1916, alla vigilia della conquista di Gorizia, non potendo gioire della vittoria definitiva sui nemici di sempre. Volle che la tomba familiare, nel cimitero cagliaritano di Bonaria fosse ricoperta da un masso di granito di Cala Francese.