Antonio Taramelli
1868-1939


Archeologo friulano, tra i padri fondatori dell'archeologia in Sardegna. Nacque ad Udine nel 1868 e si laureò a Pavia.

Si perfezionò a Roma presso la scuola nazionale di archeologia, allievo di Luigi Pigorini e Federico Halbeherr, partecipando nell'ultimo anno di corso a ricerche in Grecia e a Creta. Nel 1895 intraprese la carriera delle soprintendenze, divenendo ispettore nell'ufficio dei monumenti per il Piemonte e la Liguria.

Nel 1903 giunse in Sardegna, dove si era liberato il posto di direttore del museo di Cagliari e degli scavi di antichità della Sardegna. Qui trovò dei validi collaboratori, come Filippo Nissardi, allievo dello Spano, che divenne suo fidato compagno nelle missioni di ricerca. L'attività archeologica del Taramelli nell'isola durò oltre trent'anni e fu febbrile. Numerosissimi furono gli scavi, strumento di indagine cui egli attribuiva, ai fini della ricostruzione storica, una posizione di preminenza rispetto alla stessa analisi delle fonti antiche.

Le pubblicazioni che seguirono furono circa 230. Il suo interesse si rivolse soprattutto all'archeologia prenuragica e nuragica. Furono particolarmente fortunati gli scavi della necropoli algherese di dumus de Janas di Anghelu Ruju, la più vasta della Sardegna, dei grandiosi nuraghi Lugherras, Losa e Santu Antine, e del pozzo sacro di Santa Vittoria di Serri. Si deve al Taramelli anche l'intero rilevamento dei monumenti della Giara di Gesturi e, nel 1906, l'apertura del nuovo museo archeologico di Cagliari. Fu ripetutamente docente di archeologia nell'università di Cagliari e fu nominato accademico dei Lincei.

Si ritirò nel 1935 a Roma, dove morì nel 1939.