La Sardegna bizantina
534 d.C. - 850/900 d.C.
I BIZANTINI
534 d.C. - 850/900 d.C.
I BIZANTINI
La presenza dell'Impero Romano d'Oriente in Sardegna.
I bizantini nel 535 dovettero reprimere una rivolta scoppiata nel Sulcis dove risiedevano i Mauri, insediati dai vandali ed ora insofferenti al regime di Costantinopoli. Ma tutta la Sardegna era in continuo subbuglio ed i bizantini faticavano non poco a controllare il territorio.
Intanto Giustiniano cullava da tempo l'idea di riconquistare i territori, una volta romani, per restaurare l'impero; a tal fine aveva iniziato la riconquista dell'Italia settentrionale in mano ai Goti.
Il Re Goto Vitige fu catturato da Bellisario e portato prigioniero a Costantinopoli, i territori liberati furono costituiti in prefettura, ma il nuovo Re dei Goti Totila riconquistò tutta l'Italia e rivolse le sue mire al Mediterraneo riuscendo ad occupare la Corsica e la Sardegna. La facilità con cui i Goti si insediarono in Sardegna lascia sottinteso il fatto che furono occupate solo alcune città, o forse solo la residenza del preside, più alta autorità bizantina dell'isola, cioè Caralis. L'interno della Sardegna doveva essere quindi libera se nessun esercito limitaneo o comitatenses poté intervenire. I bizantini inviarono da Cartagine un esercito al comando di Giovanni, ma mentre iniziava il dislocamento sotto le mura di Calaris per un assedio fu attaccato dai Goti e sconfitto. Nel 552 Totila fu battuto e ucciso a Gualdotadino in Umbria e probabilmente, data l'assenza di notizie, i bizantini rioccuparono la Sardegna senza combattere. (...) Regnando Giustino II nell'868 i Longobardi guidati da Alboino invasero l'Italia arrivando fino a Benevento e relegando i bizantini alla sola Italia Meridionale. Lo stato di guerra tra bizantini e longobardi creava tensioni e paure e per meglio agire l'Imperatore Tiberio nel 582 trasformò le vecchie prefetture in esarcati rette da un esarca che aveva compiti civili e militari quindi in grado di impartire direttamente ordini repentini in caso di attacchi improvvisi.
Si ha notizia che nel 594 il Duca bizantino Zabarda tentò una trattativa per giungere alla pace con i barbaricini, che evidentemente costituivano una seria minaccia, ne fu informato anche il pontefice Gregorio Magno in quanto interessato alla redenzione di quel popolo. Il Papa con una missiva aveva esortato Zabarda ad assecondare la missione dei vescovi Felice e Ciriaco per convincere i barbaricini a convertirsi al cristianesimo. Una conferma, questa volta ufficiale e diretta, della autonomia dei barbaricini che appaiono anche organizzati statualmente avendo un capo conosciuto dal pontefice.
Infatti in una seconda lettera il Papa si rivolse direttamente a Ospitone, Duca dei barbaricini, per convincerlo a far abbandonare al suo popolo l'uso di adorare pietre e legni.
Intanto nel 599 navi longobarde assalirono le coste meridionali dell'isola ma senza conseguenze. La Sardegna da quel periodo, cadde nel silenzio, poche notizie vengono riportate da unica fonte papale per varie controversie clericali. I bizantini eressero molte chiese nell'isola sul modello della grande Basilica di S. Sofia a Costantinopoli caratterizzata da una cupola semisferica su una pianta a croce greca: S. Saturno a Cagliari e S. Giovanni in Sinis nonostante i riadattamenti sono le più significative. Una grande minaccia intanto si addensava sul mondo cristiano e bizantino, proveniente dal lontano medio oriente e precisamente dalla penisola Araba. (...)
Nel 705-706 i musulmani si presentarono in Sardegna con due incursioni che a detta dei loro storici fruttarono grande bottino e decine di prigionieri, seminando il terrore tra la popolazione inerme ed impreparata, mentre il presidio bizantino, poco numeroso ed improvvisato non poté opporsi in nessun modo.
Testi tratti da Sardinian.net