Opere letterarie e canzoni ispirate alla faida

 

IL MUTO DI GALLURA di Enrico Costa, pubblicato nel 1884.
E’ ovviamente l’opera più conosciuta. Scritta un quarto di secolo dopo la conclusione della faida. Oltre i ricordi ancora freschi e le ferite ancora non completamente rimarginate, erano ancora in vita numerosi individui che l’avevano vissuta in prima persona come Michele Antonio Tanxu, fratello del Muto.
Il Costa si guardò bene da attingere informazioni da parte del clan dei Vasa; preferì cercarle ad Aggius, dove i ricordi erano più sbiaditi e dove, talvolta, i resoconti arrivavano alterati, rispetto agli episodi, realmente accaduti nelle lontane campagne. In ogni caso, essendo le tristi vicende concluse da poco, la gente ne parlava malvolentieri.
Il Costa non trovò allora di meglio che recarsi a Bortigiadas, da Giovanni Antonio Ciacciaredda e Francesca Pes, che non conoscevano, in maniera veramente diretta, le vicende della faida in ogni particolare. A questo punto lo scrittore sassarese riuscì però ad avere un quadro, seppur di parte, di tutto quanto era successo; però rimescolò le carte a suo piacimento al solo fine di raccontare una storia che potesse interessare i lettori. In primo luogo raddoppiò il numero di vittime della faida, portandolo a più di settanta, e poi cambiò i nomi dei suoi informatori: Giovanni Antonio diventò Giuseppe e Francesca diventò Gavina. Non ebbe bisogno di fare un grande sforzo di fantasia; gli bastò pensare alle due chiese campestri che, dall’alto delle loro colline, dominavano le campagne teatro degli avvenimenti: San Giuseppe di Cugurenza e San Gavino di Petra Maina.
Tutta questa serie di circostanze, causò localmente qualche malumore, soprattutto nel clan dei Vasa, i quali affermarono spesso che il Costa aveva presentato i fatti dal punto di vista dei Mamia. Il vecchio Pietro Oggiano, morto qualche anno fa, discendente, per parte materna, da un fratello di Pietro Vasa, sull’argomento diceva sempre che se, all’epoca della pubblicazione, fosse stato ancora vivente lo zio... al Costa sarebbe capitato qualche cosa di brutto...

IN GALLURA di Arturo Garzes (1856-1935).
Dramma teatrale in 2 atti pubblicato nel 1890; le vicende narrate, non riprendono quelle della faida, tuttavia gli ambienti, i personaggi, lo stesso luogo dove si svolge l’azione, L’Avru, sono ispirati al libro del Costa.

I VASA E I MAMIA, (di Rossella Conz, Pino Massara e Franco Migliacci) titolo di una canzone presentata al concorso “Un disco per l’estate 1967”, eseguita dai Los Marcellos Ferial, gruppo allora molto in voga.
La canzone ha qualcosa a che vedere con le vicende narrate nel Muto di Gallura. Vi si racconta infatti di una faida tra due famiglie (non è specificato se sono sarde) a causa di una capra dei Vasa, uccisa dai Mamia perché sorpresa a brucare l'erba sul loro territorio. Il fattaccio dà la stura ad una serie di sanguinose vendette che si concludono con l'annientamento totale delle due famiglie.
La canzone, qualche mese prima, fu presentata alle selezioni per il Festival di Sanremo 1967; gli organizzatori, per evitare polemiche, la fecero fuori, anche perché i discorsi sul banditismo sardo facevano parte dell’attualità quotidiana, grazie soprattutto alle gesta di Graziano Mesina e Miguel Atienza, che all’epoca riempivano le prime pagine dei giornali; non si voleva presentare una canzone, che fosse minimamente ricollegabile ai luoghi e ai soliti discorsi comuni relativi alla Sardegna.
La canzone fu poi presentata anche al Cantagiro che, all’epoca, veniva trasmesso in televisione. Per l’occasione, la canzone venne “purgata” in alcune parti del testo.
Per la cronaca il disco non ebbe un grandissimo successo di vendite, anche se veniva trasmesso regolarmente tutti i giorni dalle stazioni radio.

DUE DONNE AD AGGIUS, di Pietro Peru, aggese, pubblicato a Napoli nel 1982.
L’autore basandosi su resoconti della tradizione orale, riporta, in maniera romanzata, ma con una certa pretesa di verità storica, la vicenda della faida vista dalla parte di due donne: Mariangela Mamia, fidanzata di Pietro Vasa e Francesca Pes, la donna della quale si era invaghito il Muto.
Il libro riporta numerose inesattezze riguardo ai fatti e ai luoghi reali della vicenda.

IL MUTO DI GALLURA a fumetti, di Simone Sanna, pubblicato nel 2003.
La vicenda raccontata ha poco da vedere con l’opera del Costa e con la vera storia.
Simone Sanna, aggese, è autore anche di diverse altre opere, sempre a fumetti, ispirate alla storia e tradizioni locali. In particolare, recentemente, ha curato una riduzione a fumetti di Cenere di Grazia Deledda

IL MUTO DI GALLURA in versi di sestine, in gallurese di Bortigiadas, pubblicato nel 1948, da Paolo Dettori, noto Perredda, (1893-1969).

L’autore, era un contadino nativo dello stazzo di Limpas (Bortigiadas) e poi trasferitosi a Santa Maria Coghinas. Personaggio molto metodico e dal carattere docile. Combattente nella 1ª Guerra Mondiale, dove fu anche decorato.

LU CONTU DI LU MUTU DI GADDHURA in versi, 150 ottave in gallurese di Aggius, pubblicato nel 2004.
L’autore, Gianfranco Serra, noto imprenditore agrituristico, è nato ad Aggius nel 1957.
Nel volume vi è anche un’ampia appendice in prosa, opera di Franco Fresi, nella quale viene ricostruita la vicenda storica, legata alla figura di Bastiano Tanxu.

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