AREA ARCHEOLOGICA DI SANT'EULALIACagliari - Vico Collegio 2
APERTURA: |
mattina dalle 10 alle 13 e il pomeriggio dalle 17 alle 20. Chiuso il lunedì |
PREZZO: |
€ 2.50 |
INFORMAZIONI: |
070 663724. |
DESCRIZIONE
L'importanza archeologica dell'area è emersa casualmente, agli inizi degli anni novanta, durante i lavori di ristrutturazione della soprastante Chiesa Parrocchiale dedicata alla Santa martire di Barcellona, Eulalia. I lavori hanno portato alla luce un tratto di strada calcarea di epoca romana in perfetto stato di conservazione, databile intorno al I secolo d.C. Si pensa che la strada si estendesse sino al porto della antica città di Carales, come suggerisce la pendenza in discesa, e la mancanza sul selciato dei tipici segni del passaggio di carri ha portato gli archeologi a considerarla una strada pedonale sacra che avrebbe condotto ad un tempio dedicato probabilmente al culto della dea Iside (che i romani avevano importato dall'Egitto), di cui è stata rinvenuta una statua in pietra, purtroppo priva della testa. Sotto la strada è stata individuata una rete fognaria a cui è collegato un vespasiano, particolare che accredita la tesi che si trattasse di un luogo importante, pubblico. Al centro della strada è situato un pozzo risalente ad un epoca più recente (1600) collegato ad una preesistente cisterna romana, e la cui capienza si aggira intorno ai 33.000 m³ d'acqua. Un'altro pozzo romano si trova in un altro ambiente adiacente la strada. Sono databili, invece, all'epoca altomedievale (V-VI secolo d.C.), le costruzioni edificate sulla strada romana e che la delimitano in larghezza su entrambi i lati. Si è ritenuto che questi edifici postumi, eretti sulle vestigia imperiali, siano stati edificati per esigenze difensive. Dopo la caduta dell'impero romano infatti, fu necessario proteggersi dalle continue incursioni vandaliche e, in seguito, saracene, che costrinsero il nucleo cittadino a spostarsi verso il più sicuro entroterra dove sorse la città giudicale di Santa Igia (Santa Gilla). In altri ambienti, sempre adiacenti alla strada, si possono osservare alcune vasche utilizzate come abbeveratoi per gli animali che venivano legati ad esse attraverso dei piccoli fori. Il ritrovamento di resti di pasto, stoviglie e monete di epoca vandalica, testimoniano la assidua frequentazione del luogo nel periodo paleocristiano. Sono numerosissime soprattutto le lucerne rinvenute nell'area, gran parte delle quali accuratamente restaurate, con le caratteristiche decorazioni simboliche del cristianesimo delle origini: pesci, uccelli e croci arcuate. All'interno dell'area si trovano i resti di quella che molti hanno identificato come la famosa Turris Leapolae, la torre costruita dagli spagnoli per sorvegliare le coste e che dà il nome all'antico quartiere della Marina chiamato anticamente "Lapola". Si pensa che la torre sia stata spianata nel 1300 per costruire le fondamenta della chiesa di Sant'Eulalia. I lavori di scavo nell'area archeologica proseguono. Quindi alla luce di quanto è emerso sinora non è possibile esprimersi oltre le prime ipotesi sulla destinazione dei luoghi e sulla loro collocazione storica, che potrebbero essere confermate o superate da futuri ritrovamenti. Le sorprese riservateci da quest'area tuttavia non finiscono qui. Infatti durante i lavori di sistemazione della piazza su cui si affaccia la chiesa di Sant'Eulalia, è stato fatto un ritrovamento di grande importanza, questa volta non affidato alla casualità. Seguendo le indicazioni di documenti d' epoca, è riemersa dalla dimenticanza del tempo, una enorme cisterna risalente al 1857, che il comune di Cagliari commissionò all'architetto cagliaritano Gaetano Cima (lo stesso che progettò l'Ospedale Civile, il San Giovanni di Dio). La cisterna prima di essere ripulita dai detritti che la occupavano, era utilizzata da tempo come discarica. Essa occupa uno spazio di 95 m² e si estende in altezza 6 metri. La volta a vela poggia su due enormi pilastri, uno dei quali costruito sopra una preesistente cisterna di epoca romana risalente al I secolo d.C. La cisterna si alimentava con acqua piovana e sorgiva e le sue pareti originarie erano costruite in cocciopesto per evitare che l'acqua filtrasse attraverso le pareti. La cisterna servì da rifugio antiaereo durante i bombardamenti del 1943. Attualmente ospita mostre temporanee sull'archeologia e sul cinema. L'area archeologica fa parte di un ampio complesso, sorto per iniziativa della parrocchia, che comprende il Museo del Tesoro di Santa Eulalia, inaugurato agli inizi degli anni '90, per accogliere il patrimonio artistico delle chiese di Sant'Eulalia, del Santo Sepolcro e di Santa Lucia (quest'ultima completamente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale), allo scopo di evitarne la dispersione, e l'Archivio parrocchiale, di notevole interesse storico-documentario.
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