Una leggenda piuttosto verosimile, narra la delimitazione dei territori tra Arzana e Desulo. Gli arzanesi e i desulesi si accordarono che il punto di confine fosse stabilito dove le due compagnie di uomini si fossero incontrate, partendo dai loro rispettivi paesi al canto del gallo.

A testimonianza di buona fede al gruppo di Arzana si unirono anche desulesi e viceversa. Il mattino seguente le due comitive si incontrarono nel Gennargentu ma a poca distanza del paese di Desulo, i desulesi rimasero di stucco, non riuscivano a spiegarsi un simile accadimento, e si rimproverarono tra loro, chi per la pigrizia nel camminare e chi per la leggerezza nel controllo. Ma il motivo non era da ricercarsi nella negligenza dei desulesi ma nella furbizia degli arzanesi. Durante la notte il parroco arzanese, che sapeva bene come stimolare il canto del gallo, schizzò un po’ d’acqua sopra il pennuto, quest’ultimo incominciò subito a cantare permettendo alla comitiva di partire molto prima dei desulesi.


Successivamente alcuni abitanti di Desulo, non contenti della spartizione del territorio considerata esageratamente onerosa, decisero di andare a cercare un miglior accordo parlando con gli arzanesi; arrivati in una valle del Gennargentu orientale trovarono diversi uomini di Arzana a guardia del confine. Entrambe le compagnie erano armate, i desulesi intimarono di abbassare le armi perchè avevano solo l'intenzione di discutere pacificamente, ma al momento di abbassare le armi solo i desulesi le posarono mentre gli arzanesi aprirono il fuoco. In quella valle morirono tutti i 18 desulesi facendo rinominare così la valle in "Forada 'e is dexiotto" (valle dei diciotto).

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