Intreccio
Attualmente il settore è rappresentato quasi esclusivamente dalla cestineria, anche se esistono ancora alcuni artigiani che realizzano stuoie e steccati. Questa attività era svolta prevalentemente a livello familiare per realizzare tutta una gamma di contenitori, ciascuno differente per forma e dimensione a seconda dell'uso a cui era destinato.
MANUFATTI TIPICI
I cestini tipici si possono dividere in due gruppi: i primi, rustici e da lavoro, erano realizzati dagli uomini (soprattutto contadini e pastori) e venivano utilizzati per le attività di raccolta e pesca; gli altri, fabbricati prevalentemente dalle donne, erano utilizzati in ambito domestico. Questi ultimi venivano arricchiti con decorazioni legate al desiderio della donna sarda di realizzare un oggetto utile e capace, nel contempo, di dare vita e colore alla propria casa.
Oggigiorno, perduto il loro carattere funzionale, questi manufatti vengono ormai utilizzati con finalità quasi esclusivamente decorativa e, adeguati alle esigenze dell'arredamento moderno, sono oggi molto richiesti sul mercato.
MATERIE E TECNICHE
Le materie prime adoperate cambiano a seconda della zona, poiché vengono raccolte nelle campagne o negli stagni circostanti: si tratta di fibre di giunco, palma nana, asfodelo, canne, salice, mirto, lentischio, paglia e fieno. A Castelsardo vengono usate la rafia, il giunco e la palma nana; a Tinnura, Flussio, Montresta e Ollolai, l'asfodelo; a San Vero Milis e ad Ottana, il giunco e le erbe palustri in genere; a Sinnai la paglia e il giunco.
E' invece diffuso in tutte le zone della Sardegna il cesto in vimini ricavato dal salice, dall'olivastro, dal lentischio e dalla canna. Questi cesti, solitamente dotati di manico, hanno un utilizzo vastissimo. Le tecniche utilizzate sono varie (a spirale, a graticcio, etc.).
ELEMENTI DECORATIVI
Predominano i motivi geometrici (scacchiera, cerchi concentrici, raggiera di triangoli), ma non mancano quelli floreali e faunistici (uccello, pavone, cavallo).
La decorazione, sviluppata in contemporanea alla costruzione del cestino oppure aggiunta in un secondo momento, si ottiene con strisce di tonalità diversa dal fondo: nera o colorata a Castelsardo e San Vero Milis; con cotone rosso e nero a Sinnai.
I COLORI
Originariamente i colori erano limitati alle varianti cromatiche naturali della materia prima, eccetto che nelle produzioni del Campidano; queste mostrano toni differenti dovuti all'aggiunta di un disco di stoffa o di broccato dai colori sgargianti, che viene applicato sul fondo del cestino. Fin dagli anni '50 però venne introdotta una più vasta gamma di colori, per meglio rispondere alle esigenze del gusto moderno.
LA CESTINERIA DI SINNAI
La cestineria di Sinnai, più antica ancora di quella di Castelsardo che è forse la più conosciuta, è citata già nell'ottocento da Alberto Della Marmora, che avvicina i cestini di Sinnai a quelli rinvenuti nelle tombe egiziane, evidenziando ancora una volta il carattere fortemente funzionale di questi manufatti, seppure accompagnato da un moderato decorativismo.
A Sinnai, e nel Campidano in genere, l'uso principale dei cestini era connesso con la lavorazione casalinga della farina e del pane, dato che l'attività economica prevalente di questa zona era quella agricola.
Le materie prime utilizzate sono il giunco e la paglia di grano raccolta dopo la mietitura. La forma più tipica è quella a campana rovesciata.
La lavorazione tradizionale si compie avvolgendo della paglia con andamento a spirale su un piccolo fascio di giunchi o di paglia e unendo poi la treccia ottenuta con punti d'ago. Tipica di questo paese è la decorazione con panno scarlatto.
Con profondissimo senso della tradizione, le donne di Sinnai adottano anche la paglia di colore naturale per realizzare il bordo, creando una decorazione finissima dovuta soltanto ad una delicata variazione di luce.