setzu

Prefisso: 070
Cap: 09029
Abitanti: 146
Altitudine: 206 m slm

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Il centro abitato di Setzu ha una forma polilobata sviluppatasi seguendo le diramazioni viarie di connessione con i centri vicini. La casa è quella tipica dell’economia contadina con il portale d’ingresso sul cortile e di fronte l’abitazione con la “lolla”.

Setzu partecipa per 244 ettari del territorio della Giara, cui fa da cornice insieme a molti altri piccoli abitati poco distanziati, con una tipologia poco frequente nell’isola. Lunghe camminate sulle pendici e l’altipiano della Giara offrono stupendi scorci di bosco dove spuntano fiori pregiati e si possono raccogliere ottimi funghi come pleurotus e prataioli. Una sorgente perenne di acqua potabile è sa “Mitza Santa Vittoria”.

La zona fu abitata sin dall’antichità, come dimostrano i resti delle torri nuragiche. La frequentazione continuò anche in periodo fenicio-punico e sicuramente in epoca medioevale. Durante il Medioevo, Setzu fece parte del giudicato d’Arborea. Dopo la resa del marchese di Oristano Leonardo Cubello e la caduta del giudicato d’Arborea (1410) l’abitato di Setzu passò agli Aragonesi che lo infeudarono ai Carroz, conti di Quirra unitamente alle altre ville comprese nella Incontrada di Marmilla. Nel 1603, con i nuovi feudatari, i Centelles, la contea di Quirra venne alzata al rango di marchesato, dai Centelles passò poi agli Osorio.

All’età prenuragica forse al Neolitico recente risalgono le domus de janas di “Domu ‘e S’Orcu” e “Grutta sa Perda” individuate da G. Lilliu nel territorio di Setzu. Sono noti, inoltre, diversi nuraghi monotorre. L’area circostante ad alcuni di questi nuraghi fu occupata da insediamenti romani. Presso Nuraxi ‘e Setzu abbiamo un altro abitato romano di età imperiale da cui proviene vasellame fino da mensa di produzione nord-africana. Anche intorno al nuraghe “S’Uraxi” si sviluppò un piccolo insediamento romano, di cui restano abbondanti ceramiche. Sono segnalate tombe romane non lungi dal nuraghe Forru de sa Teula. Nella località “Bingia Mulinu”, si è scoperto in passato un sarcofago ricavato in un blocco di arenaria e dotato di copertura a lastroni. Una riutilizzazione della domus de janas di Domu ‘e S’Orcu è, infine, documentata dal rinvenimento di parecchie ceramiche romane all’interno della tomba.

La chiesa parrocchiale di S. Leonardo Confessore è un edificio seicentesco a croce latina con unica navata voltata a botte e annessa sagrestia. Tradizioni popolari In primavera si tiene la celebrazione del Patrono S. Leonardo, ma la manifestazione principale è la sagra di S. Ignazio da Laconi, celebrata il 29, 30, 31 agosto, con una serie di festeggiamenti che durano tre giorni. S’inizia con la questua, casa per casa, in corteo, con contorno di balli e canti e quindi si mettono insieme le offerte ricevute (vino, pane, carne, dolci, ecc.) che vengono benedette dal parroco e poi messe a disposizione dei partecipanti alla festa e dei turisti: è una consuetudine che si ripete da parecchi secoli e di particolare interesse per tutte le zone. Da non dimenticare la Festa dell’Emigrato (fine agosto-inizio settembre).

La gastronomia locale è rinomata per lumache, funghi, formaggi e carni.

Da vedere:
domus de janas di “Domu ‘e S’Orcu” e “Grutta sa Perda”, parrocchiale di S. Leonardo Confessore