Prefisso: 070
Cap: 09030
Abitanti: 5.338
Altitudine: 56 m slm
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Samassi ha aderito all’Associazione nazionale comuni della terra cruda “Città della terra cruda”. Quest'associazione si ripropone di valorizzare la cultura abitativa remota con il recupero delle strutture abitative costruite con "su ladiri”, ovvero mattoni impastati con fango e paglia ed essiccati al sole. In tempi meno recenti, a questi materiali si univano anche pietruzze e cocci. In quest'ottica, sono state recuperate e restaurate delle vecchie case padronali in puro stile campidanese e costruite naturalmente in terra cruda.
Questo genere di abitazioni è caratterizzato da ampi portali in legno sormontati da archi a tutto sesto, in genere di trachite, piccole finestre che danno alla strada e ai grandi cortili interni, spesso percorsi nel perimetro da loggiati, ripostigli per gli attrezzi e stalle per gli animali. Le case finora recuperate sono tre: “casa Porcedda” ora Biblioteca comunale, della “casa Ghisu” piccola abitazione locata in zona “Cunventu” e la “casa Piras”, vecchia padronale al centro del paese. Interessante passeggiare per le strade del paese e incontrare residui di costruzioni in “ladiri” o intere case con l’impianto abitativo e le strutture tipiche perfettamente conservate.
La chiesa di S. Geminiano (San Mamiliano di Simassi), nota come Santu Millanu si trova nell’altura chiamata “Su Cunventu”. E’ databile nella seconda metà del XIII secolo, riedificata sui ruderi di un più antico edificio la cui esistenza è attestata dall’area cimiteriale e dalla tomba a camera rinvenuti durante i lavori dell’ultimo restauro, segno del passaggio dei vandali sull’area samassese. Tipico esempio di architettura romanica, è costituita da ala mononavata con abside e volta lignea. Nel parametro murario esterno, in trachite di Serrenti, fanno mostra frammenti di marmi di epoca medio bizantina a testimoniare quanto prima affermato.
All’interno della chiesa è realizzato il mausoleo di don Emanuele di Castelvì, signore di Samassi e Serrenti. Il sepolcro, in stile aragonese, ospita un’ottava in endecasillabi, unica iscrizione in versi spagnoli su marmo esistente i Sardegna. Da vedere anche l’acquasantiera in marmo e due iscrizioni che ben documentano la cultura e la storia del paese.
Da vedere:
chiesa di S. Geminiano