Prefisso: 0781
Cap: 09010
Abitanti: 6.040
Altitudine: 16 m slm
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» Meteo San Giovanni Suergiu
Localizzato nella pianura del basso Sulcis, sub regione situata nella parte sud occidentale della Sardegna, in provincia di Carbonia-Iglesias, San Giovanni Suergiu si presenta come evoluzione di tanti insediamenti abitativi sparsi nel territorio e denominati “furriadroxius”. Un tempo solo semplici rifugi per bestiame e pastori, i “furriadroxius” con l’andare del tempo hanno via via assunto sempre più le caratteristiche di veri e propri insediamenti urbani indipendenti l’uno dall’altro denominati “medaus”. Oggi si possono contare circa 60 realtà abitative del genere che con s. Giovanni, Palmas, Matzaccara ebbe una storia propria e autonoma; mentre Is Urigus è da ritenersi l’evoluzione più moderna di un “medau” il cui toponimo è derivante da Urigu, nome di antichi abitanti dei quali peraltro, non restano tracce recenti.
Subito dopo il mille, Villa di Palmas fece parte del Giudicato di Cagliari e della Curatoria di Sulcis. Quindi nel 1238 passò ai Conti della Gherardesca. Dalla vicina Sulci, in seguito alle tante incursioni saracene, vi si riversavano puntualmente tanti abitanti in cerca di rifugio sino a quando, tra il 1358 e il 1471, anche questo centro venne distrutto dai barbari. Niente resta infatti del locale castello del quale è possibile intravedere attualmente solo i ruderi di parte delle mura perimetrali esterne. Di certo si sa che i due centri rimasero spopolati sino al 1616 quando l’intera zona venne concessa in feudo alla famiglia De Gualbes e durante il loro possesso, divenne marchesato. Nel 1793 la popolazione si trovò a dover respingere il tentativo di sbarco della flotta francese guidata dal contrammiraglio Truguet che, al comando di 23 navi da guerra, tentò di sbarcare in Sardegna con l’obiettivo di assoggettare Cagliari, retta dal vice ré Balbiano. Nel 1839 la famiglia Crespi di Valdaura riscattò il territorio di Suergiu e di Palmas e nel 1853 con Regio decreto n. 1584, Palmas venne eretta a Comune; con le frazioni di Suergiu, Matzaccara, Riu Sassu e Cortiois contava a quel tempo 1060 abitanti.
Matzaccara ha una storia particolare e molto interessante, sotto l’aspetto storico, per la conoscenza degli abitanti dell’intera isola. È certo che questo centro rimase abitato sino a dopo il mille ed in seguito alle continue incursioni saracene, così come il resto del territorio, si spopolò per alcuni secoli. Il toponimo si presume derivi dal vocabolario fenicio “Matz-Acar”, che significherebbe rifugio angusto o stretta dimora. Nel periodo romano venne indicata col nome di “Populum”, mentre lo storico Spano, nei suoi scritti la indica col nome di “Villamavar”. Del periodo romano restano le tracce evidenti del porticciolo e delle terme. Nel territorio si registrò la presenza di una piccola comunità di monaci che, dediti all’agricoltura e all’allevamento del bestiame, restarono a Matzaccara per alcuni secoli nonostante i pessimi rapporti con i feudatari di allora. Nel XVIII secolo vi si insediarono alcune famiglie di pescatori provenienti dalla vicina Portoscuso che costituirono il nucleo originale dell’attuale comunità residente. La parte costiera del territorio di Matzaccara è stata interessata da un’imponente opera di rimboschimento, con pini, da parte dell’I.N.P.S. che rende possibile un utilizzo di detti siti per scopi turistici. Con atto deliberativo dell’11 marzo 1863 il Re trasferì la sede comunale da Palmas a Suergiu. In conseguenza di tale atto fu decisa la costruzione della nuova casa comunale che venne ultimata nel 1889. Il Comune da quel momento prese il nome di Palmas Suergiu che tenne sino al 1952, anno in cui con decreto del Presidente della Repubblica, venne definitivamente chiamato con la denominazione attuale di San Giovanni Suergiu.
Sino all’inizio del secolo l’economia di San Giovanni Suergiu era caratterizzata da un’agricoltura arcaica e di sussistenza e dall’allevamento del bestiame, soprattutto ovino, altrettanto povero. Successivamente il territorio fu oggetto di una qualsiasi radicale trasformazione. Vi si insediarono industrie importanti: come la centrale elettrica della S.E.S. di Santa Caterina; vi fu costruito un opificio per la lavorazione del magnesio della soc. SAMIS; diventò lo snodo ferroviario principale delle F.M.S.; divenne centro agricolo importante, anche sotto l’aspetto sperimentale di nuove colture con l’azienda statale dell’I.N.P.S. nata dopo un’imponente opera di bonifica delle paludi esistenti nel territorio che ne sradicò la temutissima malaria. In funzione di un più razionale sfruttamento agricolo, i terreni furono serviti da una capillare rete irrigua che dal vicino bacino artificiale di Monte Pranu raggiungeva la gran parte del territorio suergino. Risale a questo periodo l’insediamento a San Giovanni Suergiu di tante famiglie di contadini e allevatori provenienti dal Veneto, dal Friuli e dalla Romagna, che con la loro professionalità garantivano una produzione agricola all’avanguardia.
Il bacino carbonifero adiacente San Giovanni Suergiu, completava le possibilità occupazionali di allora. Ma nel periodo successivo alla guerra, il declino economico già iniziato con la chiusura dell’opificio della SAMIS, ebbe un’accelerazione drastica e una dopo l’altra le attività industriali locali morirono, lasciando campo libero all’emigrazione di decine e decine di famiglie verso le zone minerarie della Francia, dell’Olanda, del Belgio e della Germania e verso il triangolo industriale del nord Italia. Fenomeno questo neppure rallentato dalla costruzione delle saline di Sant’Antioco. Oggi l’economia locale è dipendente principalmente dal vicino polo industriale dell’alluminio di Portovesme; dall’allevamento del bestiame, dall’agricoltura e dal piccolo commercio. È, inoltre, in atto da parte dell’Amministrazione Comunale, il tentativo di recuperare il sito della vecchia e ormai dismessa centrale elettrica, per poterla poi trasformare in una grande e moderna struttura alberghiera capace, fra l’altro, di utilizzare le acque madri delle locali saline, per scopi termali. Inoltre la posizione geografica centrale rispetto alle tante località balneari e naturalistiche del Sulcis, fanno di San Giovanni Suergiu un posto ideale per trascorrere le proprie vacanze in comode case e a prezzi accessibili a tutti.
Da vedere:
Necropoli di Loccis Santus