masainas

Prefisso: 0781
Cap: 09010
Abitanti: 1.353
Altitudine: 57 m slm

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Masainas è un paese sicuramente antico, ma non esistono notizie storiche precise sull’origine. Il significato del nome non si conosce, ma su di esso vi sono due versioni: la prima fa derivare il nome da “Malas Ainas” che significa malefatte e sarebbe ricollegabile alle continue scorrerie e omicidi che venivano compiuti nel territorio. L’altra, invece, farebbe derivare il nome dal sostantivo sumerico “Mas” che significa capra e indicherebbe una zona ricca di bestiame.

L’abitato si sviluppò in maniera considerevole attorno ad una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista. La chiesa è l’unico monumento di particolare rilievo e il primo nucleo è oggi trasformato in “cappella interna”. Sembra chiaro l’influsso gotico-aragonese e in questo caso risalirebbe al 1500 o 1600. Qualche studioso, però, parla addirittura dell’anno 1000 o poco più tardi. In questo caso ci sarebbe l’influsso del tardo romanico. Se questa chiesa si può far risalire circa all’anno 1000 e l’abitato di Masainas successivo ad essa, si sa per certo che nel 1820 essa era un centro piuttosto attivo e ricco per la sua florida agricoltura e pastorizia.

Grazie al vasto territorio pianeggiante e fertile, si contava una grossa presenza di agricoltori e pastori locali, anche provenienti dal Nuorese e dall’Iglesiente. Di sicuro si sa che nel 1839 Masainas era il più grosso centro abitato della zona contando 447 famiglie e 1806 abitanti e che seguì le sorti del marchesato di Palmas affidato a Gioacchino Bon Crespi di Valdura, ultimo a fregiarsi di titolo nobiliare su queste terre.

Masainas, come pure Villarios e Giba fu terra di predicazione da parte di monaci Benedettini (nel 1200 circa) che costruirono dei monasteri (guventus) a cui ancor oggi si riferisce la denominazione di territorio comunale (Su guventu). Comunque, il territorio di Masainas, fu sicuramente interessato da insediamenti nuragici e da infiltrazioni romano-puniche. Come zona del Sulcis, Masainas, venne a contatto con civiltà superiori come quella Egiziana e Cartaginese. Si ha infatti notizia che i soldati sardi venivano chiamati “Shardana” dagli Egiziani. Fu interessata anche da penetrazioni romane tra il III e II secolo avanti Cristo in seguito alla conquista di Solki (S. Antioco). Sono stati infatti ritrovati tra Masainas e Giba dei resti che fanno pensare ad una fabbrica di utensili di terracotta risalenti al periodo della penetrazione romana nell’entroterra sarda. Da scavi fortuiti sono stati ritrovati dei sarcofaghi di pietra risalenti all’età romanica e la particolarità è che queste sepolture sono state fatte nel terreno sabbioso e per questo uniche in Sardegna. Sempre in località “Is Manigas” sono state trovate delle monete che, come dicono gli anziani, erano “coronasa de alloru” e presumibilmente indicanti la presenza di un sito romanico. In località “Serra lepuris” sono state trovate due tombe scavate nella roccia, fatte a sepolcro e chiuse da una grossa pietra. Gran parte dei reperti ritrovati nel territorio comunale si trova ora al museo archeologico di Cagliari e per il momento non sono stati né quantificati né valorizzati. Tutto ciò sta però a testimoniare che la zona nasconde interessanti tesori di un’antichità purtroppo dimenticata. La maggioranza degli abitanti di Masainas ignora quanto sia interessante ed antica la storia del proprio territorio ed una valorizzazione dei reperti e la diffusione delle notizie in possesso consentirebbe agli stessi di essere partecipi e fieri delle proprie origini.

La conformazione orografica è caratterizzata dalle ultime propaggini dei monti del Sulcis in particolare il Monte Floris (396 ml), la Punta di Antiogu Sardara (391 ml) e Sa Serra Manna (293 ml), unici rilievi di una certa importanza ricchi di superfici arborate e cespugliate tipiche della flora spontanea locale e di superfici rimboschite con pini e altre specie arboree, oltreché di presenza faunistiche e minerarie; tanto è vero che 1124 ettari di superficie del territorio sono stati inclusi dalla Regione Sarda nel “Piano dei Parchi naturali” con la L.R. n. 31/1989. Dalle suddette alture il territorio degrada dolcemente verso il capoluogo di Masainas e poi fino al mare di Porto Botte (golfo di Palmas), il cui litorale, ancora incontaminato, è caratterizzato da una striscia di fine sabbia bianca accompagnata da fitti e profumati ginepri fino alle colline di Monte Sarri e Monte Sa Perda, prospicienti le limpide e pescose acque che guardano verso l’isola di S. Antioco.

Il litorale è composto di 1.2 Km di dune sabbiose e circa 1 Km di costa collinare e rocciosa. Il territorio comunale di Masainas è ricco di presenze archeologiche a nostro avviso poco conosciute e in particolare di numerosi resti dell’antica civiltà nuragica.

Da vedere:
chiesa di San Giovanni Battista