soleminis

Prefisso: 070
Cap: 09040
Abitanti: 1.854
Altitudine: 200 m slm

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Piccolo e ridente paese sito a 20 Km. da Cagliari al quale ci si arriva attraverso la SS. 387. Fa parte del territorio del Parteolla ed è posto tra il confine orientale del Campidano e gli ultimi rilievi montuosi di Serpeddì. La sua popolazione è di circa 1.800 abitanti. Per quanto riguarda l’origine del nome, sono state avanzate alcune ipotesi, anche se non tutte esaurienti. Una è quella per il cui il nome soleminis deriverebbe da: OLEAM-OLEAMINIS da qui il sardo OLEAMINI e quindi S’OLEAMINI e SOLEMINIS. Altra sarebbe da ricercare in SOLMINIMUS piccolissimo sole diventato Soleminis dopo l’imbarbarimento del termine originario latino. Altre interessantissime supposizione, anche perché ci permette di avere dei riscontri oggettivi, è quella che nome derivi dal SOL o divinità dio del sole il Febo dei Greci, più tardi identificato come Apollo, padre di Fetone, di Pasifae, di Circe, e EMINENS luogo elevato, in senso verticale, sporgente all’infuori in senso orizzontale, cioè qualcosa che spicca chiaramente, che si mostra, che si manifesta in modo evidente, che si vede. Accostando le due ipotesi formulate, potremmo azzardare ad attribuire al toponimo il significato di luogo in cui si venera il dio sole. Altra soluzione fa risalire la radice SOL a popolazioni dell’area medio-orientale stanziatesi nella nostra Isola nel periodo prenuragico e a testimonianza di ciò vengono citate varie città antiche con la stessa radice: es. Soloi in Cilicia, Soli a Cipro.

L'estrema carenza di documenti non da notizie sulle origini del paese. Soleminis apparteneva alla curatoria del Parteolla nel giudicato di Cagliari. Nel 1258 il centro risulta in possesso della nobile famiglia pisana dei Gherardesca e nel 1297 del Comune di Pisa per disposizione testamentaria. La prima certezza storica sul villaggio di Soleminis ci è data da documenti che risalgono al 1320-23 riguardano le statistiche pisano-aragonesi relative alle rendite attribuite alle ville sarde. Nel 1324 Soleminis fu data in feudo all'aragonese Arnaldo Ballester e nel 1327 al mercante di Barcellona Pietro di Mediavilla. Successivamente nel 1345 il paese passò a Francesco di San Clemente che lo tenne fino alla morte dopo la quale venne nuovamente incamerato dalla Corona e successivamente ceduto nel 1392 a Giordano de Tola. Nel 1442 Giordano de Tola vendette il feudo a Calcerando Torrelas e ai suoi fratelli in un momento in cui il villaggio era ormai in rovina e quasi spopolato. Nel corso del XVI secolo il feudo passò in proprietà di diversi signori dei quali non si è riusciti ad accertare i nomi ad eccezione di don Pietro Massa. Nei primi decenni del 600 Soleminis risulta ancora spopolato e dopo la morte del suo ultimo possessore rientra a disposizione della Corona. Nel 1637 il feudo fu venduto a Francesco Vito che così ottenne il titolo di marchese di Soleminis. Il paese fu distrutto dalla peste del 1652-56. Nel 1678 il paese venne rifondato con il nome di Villanova Soleminis. La famiglia dei Vico conservò il feudo fino al 1756 quando per sentenza del fisco passò alla famiglia degli Amat loro discendenti per parte di madre. Il 17 giugno 1836 con la caduta dei privilegi feudali a seguito della legge delle chiudende si riunì a Cagliari il consiglio comunale di Soleminis che decretò che i vassalli . Si lamentava ancora il fatto che il marchese considerasse forestieri i vassalli soleminesi trasferitisi in altri centri e che in conseguenza di ciò li obbligasse al pagamento della portadia.

Da vedere:
la seicentesca parrocchia di San Giacomo (situata in località "Sedd'e Cresia", proprio di fronte al municipio. L'antica chiesa romanica è costituita da un'unica navata, ricoperta da capriate. Il patrimonio artistico si divide in manufatti artistici che riguardano sia la pittura sia la scultura).