Prefisso: 070
Cap: 09040
Abitanti: 3.860
Altitudine: 10 m slm
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Il territorio del Comune di San Vito è prevalentemente montuoso e comprende una fascia che corre parallelamente al mare. I monti del Sarrabus a nord dei Sette Fratelli al centro-sud, caratterizzano il paesaggio che è ricco di foreste (lecci, roveri, querceti). Il centro è posto alla destra del Flumendosa ed è situato con pianta compatta in una breve piana ai piedi della Serra Matta De Abramu.
La fauna presente nel territorio è costituita da beccacce, tordi, lepri, pernici, cinghiali, cervi sardi, astore dell’agnello, falchetti, ecc. La presenza dei funghi è notevole: prataiolo, ovulo, gallinaceo, ecc. Nella zona pianeggiante la fertilità del terreno ha favorito un’intensa coltivazione di agrumi. Sono presenti diverse miniere d’argento che si trovano in parte nel territorio di San Vito e in parte in quello di Muravera, tutte le miniere erano ricchissime e varie erano le specie minerali ritrovate come ad esempio wulfenite, leadhtillite, vesuviana. Le miniere attualmente sono abbandonate.
Il toponimo San Vito sembra sia derivato dall’antica città di Sarcofos o Sarcopos. Il territorio fu popolato fin dall’età neolitica e anche in età nuragica. Il centro appartenne al giudicato di Calgiari (curatoria del Sarrabus) e passò prima sotto il controllo dei Pisani e successivamente agli Aragonesi. Nel XIV sec. San Vito venne annesso alla contea di Quirra infeudata a Berengario Carroz. Nel XVII sec. la contea fu trasformata in marchesato che fu feudo prima dei Centelles e poi degli Osorio fino a quando non venne riscattato nel 1839. Fra la metà del ‘700 e la fine dell’800 la villa ebbe un notevole sviluppo demografico riconducibile allo sfruttamento della miniera d’argento di Monte Narba e di altri giacimenti. Nel 1906 gravi problemi economici provocarono una sommossa popolare. Grazie all’opera di bonifica del Flumendosa e alla regolamentazione delle acque, il comune di San Vito ha visto un razionale sviluppo nel settore agricolo e in quello dell’orticoltura.
Appartiene al paese la frazione di S. Priamo sullo stagno di Colostrai che riveste un notevole interesse naturalistico e turistico.
La più interessante manifestazione religiosa è la Sagra in onore del patrono San Vito che si celebra a giugno prima del raccolto agricolo. La festa prevede una solenne processione per le vie del paese col simulacro del Santo Fanciullo scortato da gioghi di buoi infiorati, da cavalieri con le cavalcature lustrate a festa e la partecipazione di moderni trattori “mudaus”, cioè decorati come le vecchie “traccas”. Dopo i riti religiosi i gruppi in costume antico gareggiano nei balli sardi delle diverse zone, scanditi dal ritmo delle launeddas che hanno qui la patria e gli interpreti migliori. A San Vito è infatti sorta una scuola di suonatori dell’antico strumento di canna. Per la Festa di San Vito sono di prammatica “is pàrdulas cun meli”, le squisite formaggelle di primavera. In ottobre invece si celebra la sagra di Santa Maria, per festeggiare la conclusione della vendemmia. Verso la fine del mese di luglio si tiene la Rassegna dell’artigianato Sarrabese con l’esposizione dei prodotti locali di tessitura, dell’intreccio, del ricamo e dell’architettura rustica. Anche la produzione di cesti fatti con canne e selici è molto attiva, mentre le launeddas si trovano da Luigi Melis. Sono reperibili infine manufatti in legno. Rinomata è la cucina locale con “is culingionis de patata e castu”, gli arrosti di carne di capra e capretto, i dolci con la sapa di fichi d’india ed il vino Cannonàu della vallata del Flumendosa.
Da vedere:
Chiesa di San Priamo, Le Launeddas