Panorama Putifigari - Foto Gianni Careddu
Prefisso: 079
Cap: 07040
Abitanti: 720
Altitudine: 267 m slm
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Putifigari, 720abitanti, sorge lungo la strada provinciale che collega Sassari con Villanova Monteleone, adagiata su una collina da dove è possibile ammirare le coste della Riviera del Corallo.
Dista 25 km. dal capoluogo e altrettanti dall’aeroporto di Fertilia.
Il centro urbano è suddiviso in 4 rioni; in uno di questi, il suggestivo Sa Piatta, si trova il Palazzo Comunale, già sede dei Baroni nel periodo giudicale, e la parrocchia di Nostra Signora de S’Ena Frisca. Esistono vari impianti sportivi, dalla palestra ai campi di calcio, basket, pallavolo e tennis e un bocciodromo coperto.
Nella zona collinare di Pagliaresu si trova la maggior concentrazione di vigneti, dove si produce l’ottimo cannonau ad uso prevalentemente familiare, e dalle sue pendici si può ammirare il promontorio di Capo Caccia. Le numerose sorgenti, che sgorgano dalle zone permeabili del territorio, consentirono un notevole sviluppo dell’agricoltura, contratto con l’avvento dell’industria petrolchimica nella vicina Porto Torres.
E’ preminente l’agricoltura e la pastorizia il cui principale prodotto, il latte, viene raccolto dalle aziende casearie per la produzione di formaggio ovino.
Facile trovare ristoro negli agriturismo, che organizzano passeggiate a cavallo e pernottamenti.
Necropoli monte Siseri - S’Incantu
La domus de janas di S’Incantu (Putifigari – SS) è un importante ipogeo, attribuibile al Neolitico finale – Eneolitico, che racchiude al suo interno una serie decisamente spettacolare di decorazioni architettoniche scolpite sulla pietra e sottolineate dall’uso del colore che le hanno valso il nome, all’interno della letteratura scientifica, di “Tomba dell’architettura dipinta”.
La domus è inserita all’interno di una piccola necropoli composta da quattro domus scavate ad anfiteatro sulle pendici dell’altopiano del Monte Siseri lungo un pendio in tufo rosato che degrada verso il sottostante torrente. La tomba presenta una serie di ambienti in successione: dromos (corridoio esterno di accesso), padiglione, anticella e cella principale, nella quale si aprono lateralmente due celle minori destinate ad accogliere le sepolture.
Nella cella si conservano i due pilastri a base quadrangolare e, al centro, il focolare scolpito a cerchi concentrici nel piano pavimentale. Il tetto dell’anticella conserva, scolpito nella roccia, la riproduzione del tetto ligneo (ricordo delle architetture delle case dei vivi). Le pareti laterali dell’anticella sono decorate con due false porte a specchio rettangolare, che riportano al centro una fascia orizzontale in rilievo e sono circondate da una cornice rincassata inclusa in un’ulteriore cornice a rilievo piatto.
Gli stipiti terminano in basso con due basi a listello ben distinte dalla fascia pavimentale, cosa che costituisce un fatto inedito e di particolare interesse nell’architettura funeraria coeva. Le finte porte sono sormontate da triplici corna curvilinee del tipo cosiddetto “a barca”. Questo ed altri elementi a rilievo sono sottolineati da abbondante impiego di pittura rossa.