olmedo

Prefisso: 079
Cap: 07040
Abitanti: 3.937
Altitudine: 68 m slm

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Il territorio comunale di Olmedo presenta una notevole densità di monumenti archeologici e architettonici. Le fasi più antiche sono documentate dalle tombe preistoriche di Pulpazos (IV-III millennio a.C.) e dal grande complesso fortificato di Monte Baranta, databile nella seconda metà del III millennio a. C. e attribuito alla cultura eneolitica di Monte Claro. L’età nuragica (1500-50 9 a.C.) è testimoniata da una ventina di nuraghi e un tempio a pozzo legato al culto delle acque, purtroppo distrutto negli anni venti di questo secolo: da esso provengono, oltre a pregevoli materiali di età nuragica e romana, due bronzetti, uno fenicio e l’altro, di fattura greca o etrusca, riproducente il tipo di Kouros (giovanetto nudo) di età arcaica, l’unico del genere sinora rinvenuto in Sardegna; i manufatti sono esposti nella sala nuragica del Museo Nazionale G.A. Sanna di Sassari.

Nei pressi della sede del Comune si può ammirare la bella struttura romanica della chiesa di S. Maria di Ulumetu, nota altresì come Nostra Signora di Talia, la Chiesa, databile tra il 1100 e il 1125 d.C., è costruita in calcare, trachite basaltica e tufo rossastro ed i attribuibile all’opera di maestranze tosco-lombarde.

 Il complesso archeologico di Talia è costituito da un nuraghe e da un impianto termale di età romana imperiale, forse da riferire a una villa rustica. La scelta del sito e la sua intensa frequentazione sono giustificati dalle notevoli risorse idriche e dalla fertilità dei suoli. Il nuraghe, entro il quale è cresciuto un albero di fico (con esiti spettacolari e nel contempo critici per la struttura), conserva pochi filari trachitici ma denuncia un’originaria pregevole architettura. Il diametro è attorno agli undici metri e si conserva un alzato massimo di sette filari, per un’altezza di quattro metri e mezzo. Ben visibile l’ingresso orientato a Sud-Est. Possiamo supporre che originariamente l’altezza complessiva raggiungesse almeno una decina di metri: una misura superiore sarebbe da ipotizzare nel caso,ormai non più verificabile, dell’esistenza di più camere sovrapposte. L’impianto termale, che presenta resti degli ambienti principali – frigidarium, topidarium, calidarium – si inserisce in un’area assai vasta e di grande interesse, che mostra ampi margini di definizione. Da notare le tracce di rivestimento marmoreo visibili nelle pareti degli ambienti e i resti delle suspensurae sotto le pavimentazioni. Negli scavi sono state rinvenute tracce di mosaici a disegno geometrico databili al II-III secolo d.C.. La presenza di tale impianto testimonia un aspetto dell’occupazione romana del territorio indicando l’emergere di ceti agiati che ne governavano l’economia.

Da vedere:
Il complesso archeologico di Talia