Prefisso: 0782
Cap: 08040
Abitanti: 790
Altitudine: 645 m slm
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Ci si arrampica nelle montagne dell’Ogliastra per raggiungere il piccolo paese di Osini, ma vale la pena di fare una visita in questo luogo del tutto insolito e al di fuori di ogni itinerario turistico. La strada è quella che da Jerzu conduce a Gairo dopo aver percorso una buona metà della Statale 125 (per chi viene da Cagliari) o costeggiato per un breve tratto il lago Alto Flumendosa (per chi giunge dal resto dell’Isola). I paesaggi meritano di per sé una escursione.
Arrivando da Sud, il primo paese che si incontra lungo la strada è Osini Nuova, recente insediamento costruito dopo il 1951; qualche chilometro più avanti si scorge il vecchio abitato di Osini, abbandonato tra il 1951 e il 1960 in seguito a una terribile alluvione. La bellezza del posto è tutta nelle suggestioni che le vecchie cose ispirano: ci si aggira per le stradine senza un anima e si ritrova, abbastanza in buono stato, la fotografia perfetta di quello che era un paese Ogliastrino negli anni 50 con le tipiche case, i portoncini in legno ancora intatti incorniciati da un aureola di calce rossa o azzurra, la piccola chiesa seicentesca modestamente nascosta tra una folla di case, gli attrezzi agricoli abbandonati per strada. Se ci si allontana di poco dall’abitato (preferibilmente in compagnia di qualche estemporanea guida del luogo) si può raggiungere qualcuno dei molti villaggi nuragici che fino a qualche decennio fa erano utilizzati come ricovero di pecore.
Il complesso nuragico più notevole e meglio conservato è quello di Serbissi, situato a breve distanza da una tomba neolitica, detta de s’Orku, che la tradizione orale reputava sepolture di giganteschi esseri fantastici a casa delle dimensioni della tomba stessa. La singolarità del complesso – costituito da otto torri nuragiche – consiste nel fatto che è costruito al di sopra di una enorme grotta naturale fornita di due accessi. Osini non è finito: quelli che hanno la passione dell’archeologia, troveranno ulteriori cose da scoprire. Sulla più alta vetta dei monti che circondano il paese si possono vedere gli ultimi ruderi di un antico edifici: forse un castello medievale. Non si conosce niente di questa misteriosa costruzione, tranne il nome del luogo, su Casteddu, che significa il castello.
La gastronomia locale è arricchita dalla tipica cucina ogliastrina, fra i dolci spicca il torrone.
Da vedere:
complesso nuragico di Serbissi, tomba dei giganti s’Orku