Silanus |
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Geologia È costituita da una potente serie terziaria di lave trachitiche più antiche e basalti più recenti. Il basamento granitico spesso scompare per la presenza di scisti; cristalli del periodo paleozoico che includono diverse masse calcaree e marmoree; quella più importante è Monte Arbu segnatala dal La Marmora. Basalti post-elvesiani si trovano in località “Sa roda de su carru” e rappresentano i prodotti delle ultime colate vulcaniche del territorio. Clima È temperato, caratterizzato da inverni non lunghi, ed estati siccitose, la stagione estiva è predominate. Tale clima favorisce la crescita di piante ed arbusti, proprie delle formazioni iberiche e marocchine come il fico d’india, l’agave americana, l’oleandro, il melograno, l’olivastro, il mandorlo, il pesco, la vite, l’albicocco, il susino, il cisto, l’erica, il corbezzolo, il perastro e il pero. L’estate inizia bruscamente a maggior e si protrae, talvolta, fino ad ottobre. Durante l’autunno le giornate sono calme e serene. L’inverno inizia a novembre con la pioggia e i venti dominanti sono il maestrale e lo scirocco “”Su entu e sole”) che soffia per intere settimane con violenza. La fioritura dei fruttiferi e delle erbe vivaci della macchia sono molte diverse. Il culmine della fioritura è ad Aprile e Maggio. La presenza di querce sempre verdi indica che la temperatura media della zona è di 8° e 5° nel mese più freddo, mentre la temperatura minima non scende mai oltre i 2 gradi. Identità storica. Comunità neolitiche della cultura d’Ozieri abitarono il territorio di Silanus nel 3.000 a.C. Sono numerosissime le testimonianze d’età nuragica: 7 Domus de Janas, 25 Nuraghi – 22 Tombe Dei Giganti – 2 Tombe Nuragiche – 1 Pozzo Sacro – 7 Villaggi Nuragici. Risale all’epoca medioevale moderna la presenza di alcune chiese di notevole valore artistico: Chiesa S. Sabina a croce greca (romanico-bizantina) del XII secolo costruita da monaci circestensi dell’Abazia di S. M. di Cabbuabas (Sindia). Tra le chiese del ‘500: Santa Rughe, Sa Maddalena e Sa Itria. Identità Linguistica È molto forte. Gli abitanti di Silanus sono bilingui: usano il Sardo e l’Italiano. L’idioma è il Logudorese di cui ne conserva i tratti lessicali e fonetici più caratteristici; non ha riferimenti nelle parlate dei paesi vicini del Marghine per singolarità della fonetica intonazione. La lingua Sarda è diffusa sia nel privato che nel pubblico, in tutte le forme di comunicazione da quella informale, quella formale e nei canti religiosi (Gosos). Gli incontri con le altre lingue (Italiano/Inglese) porta gli abitanti a “Silanezzizare” i termini soprattutto quelli del linguaggio tecnico e scientifico, aspetto che indica una forte identità culturale. Essendo stata lingua dei pastori e contadini è ricchissima di termini legati alle fasi del lavoro agricolo, dell’allevamento, della pianificazione e altre attività tipiche come la tessitura , il cucito, la lavorazione dei dolci, la vinificazione e la lavorazione del latte. Identità culturale Silanus conserva ancora le caratteristiche del paese abitano da pastori e contadini. Di quel mondo permangono tuttora aspetti solidali che si manifestano sia nelle feste che nei rapporti di vicinato e comparatico. Molto forti sono i rapporti parentali. La famiglia (soprattutto quella di estrazione agro-pastorale) conserva gelosamente le tradizioni .Le trasformazioni economiche avvenute nella II metà del 900 e che hanno interessato il paese e i suoi abitanti (quale la 1ª e 2ª emigrazione prima nell’America del Sud, poi nel Nord Europa e ne triangolo industriale dell’Italia del Nord), hanno portato nel paese nuovi modelli culturali che la comunità ha saputo rielaborare in modo autonomo: la mentalità, pur presentando forti spinte alla emancipazione, conserva ancora, rispetto al contesto geografico- territoriale del Marghine, diverse peculiarità più assimilabili a quelle delle zone interne dell’isola. Identità artistica È riconoscibile: 1) nelle poesie prodotte dai poeti estemporanei e nei canti a tenores. È grandissima la tradizione orale Silanese, vista la produzione di testi (poesie, muttos, cantos, battorinas) ritornelli che esprimono momenti della vita delle donne, uomini e bambini: (cantos de amore, inzenzu (scherno) giochi per bambini (saper cantare); 2) Nella pianificazione e produzione dei dolci tradizionali. Le donne di Silanus sanno confezionare ben 32 qualità di pane diverse, oltre ai tipici dolci silanesi, caratterizzati entrambi da forme e lavorazioni singolari e spiccatamente artistiche: i tempi di produzione sono rigidamente scanditi dalle ricorrenze festive: Pasqua, Carnevale, I Santi ecc., e la lavorazione richiede la collaborazione di diverse persone di entrambi i sessi, favorendo così il crearsi e rafforzarsi di relazioni sociali interne alla comunità. 3) Nella tessitura di tappeti al telaio, arte che sta scomparendo perché non trova mercato. I disegni dei tappeti sono geometrici, non mancano gli animali e i motivi floreali. Identità Economica L’economia del Paese è prevalentemente di tipo agro-pastorale. L’allevamento più diffuso è quello ovino, ma si sta sviluppando anche l’allevamento bovino e suino. Pur essendo questo il settore economico più importante per il Paese, soffre, come tutti i centri del Marghine, del mancato sviluppo agricolo e pastorale. Il terziario è poco sviluppato e alta è la percentuale dei disoccupati. Alcune attività produttive, si stanno affermando anche nel mercato esterno. Il Paese gode di un’ottima posizione geografica, in quanto è situato al centro dell’isola ed è ben collegato alla viabilità regionale, distando solo 6 km dalla direttrice principale sarda (S.S. 131) ed è attraversato dalla ferrovia. La relativa vicinanza con il Capoluogo di Nuoro, nonché la breve distanza dal centro di Macomer dove è sorto un centro industriale in fase di espansione, fanno ben sperare che per il futuro il paese si avvii a recuperare un ruolo economico autonomo e di livello intermedio. Attualmente esiste una Azienda Agrituristica e vi sono in corso iniziative tese a promuovere la valorizzazione; anche ai fini economici, del patrimonio archeologico ed ambientale.
Da vedere: La bella chiesa di S. Sabina risale alla prima metà del XI secolo. È un mirabile esempio di arcaismo architettonico alto medievale
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