Prefisso: 0784
Cap: 08026
Abitanti: 3.044
Altitudine: 540 m slm
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L’agro di Orani, riveste una particolare importanza archeologica poiché vide una stabile presenza umana nel periodo prenuragico. Fin dal Neolitico, la ricchezza delle miniere di steatite, ha favorito non solo la produzione di monili e oggetti di culto, ma di strumenti di lavoro funzionali sulle stesse pratiche estrattive. L’attività mineraria risulta perciò strettamente legata all’importanza economica e culturale della zona.
Il monumento di Nurdole, poderoso nuraghe quadrilobato, complessamente articolato nella sua costruzione, oltre ad essere uno degli esempi più significativi di architettura nuragica della zona, rappresenta il luogo in cui l’aspetto produttivo e sacrale s’intrecciavano. Le offerte votive, rappresentate dai bronzetti, erano il frutto di un processo produttivo completo; estrazione del materiale, produzione del manufatto, commercializzazione. I Fenici e gli Etruschi rappresentarono quasi certamente, dei referenti del commercio.
In età romana, Orani, stando a un’iscrizione, fu una delle potenti “città del Barbarico”. Si ritrovano tracce della presenza romana presso la località di Oddini: attirati dalle acque sulfuree, realizzarono uno stabilimento termale, configurato sicuramente all’interno di una villa rustica romana. Durante la dominazione bizantina in Sardegna, i monaci Basiliani eressero sul Monte Gonare, luogo sacro fin dal nuragico, un monastero, sovrapponendosi così al culto pagano. La tradizione popolare colloca l’inizio del Culto della Madonna di Gonare nel XII secolo. Nel periodo giudicale, XIII sec., Orani faceva parte della curatoria dei Dore, una delle 19 del Regno di Torres. Nel tempo acquisì sempre maggiore importanza, tanto da ospitare nel 1388 i maiores delle curatorie, riuniti per eleggere il loro rappresentante nella discussione della pace che si stipulò tra il Re Giovanni I d’Aragona ed Eleonora d’Arborea.
In epoca medioevale vi erano diverse chiese, alcune poi scomparse: sant’Andrea e San Sisto, che pare fossero le parrocchie dei due distinti nuclei insediativi che costituirono in origine l’abitato di Orani, San Pietro di cui si appura la presenza grazie al documento della pace del 1388. Accanto a un nucleo, definibile centrale, vi erano poi diverse località ove risiedeva un certo numero di popolazione che andò poi ad accorparsi al nucleo principale, Biddas de Tale, citata dal Day nel suo catalogo: Costarvine, Dore che fu capoluogo del distretto ma che cadde forse sotto la violenza di una guerra intestina; Gorae, presente nel Condaghe di San Pietro di Silki, Loray, Liscoi, Nurdole, Postu, San Salvatore, Orogulo, Oddine. Il passaggio dal sistema giudicale a quello feudale, in seguito alle conquiste, portò alla trasformazione di Orani in un “Marchesato”, infatti l’8 marzo del 1617, Anna Portugal, sposata con Roderico de Silva, divenne la “Marchesa” di Orani. Il sistema feudale spagnolo strangola la vita del paese attraverso una serie di balzelli che insieme alle epidemie contraggono lo sviluppo demografico. Con il passaggio ai Savoia si riscontra un decremento e la fine della centralità politica. All’inizio del secolo comincia la fase della ricerca mineraria nelle zone di San Francesco e Sa Matta. I giacimenti divennero fondamentali nel processo di mutamento economico. Le vicende minerarie hanno subito fasi alterne: il talco, meglio conosciuto come sa preda modde, allo stato attuale è sfruttato da una società mista con maggioranza di capitale straniero.
I principali monumenti archeologici nel territorio comunale di Orani. Nuraghi: Athethu, Nurdole, Urrana, Baraule, Soriches, Passarinos, Goraè, Olalo, Monte Nule, Orgomonte. Domus de Janas: S’Arrandau, Littos, Nidu ‘e corvu, Sos Venales. Tombe dei giganti: Liscoi, Oddocaccaro, Istelenneru, Su Vrusciu, Oddini. Dolmen: Sa pruna, Santoru. Luoghi di culto prenuragico: Oddocaccaro, Losore. Ambiente Il Monte Gonare (m 1083) nel suo complesso ha la forma di due coni rovesciati. Le sue pendici, costituite da calcari fratturati, sono molto scoscese verso Sud, a Nord degradano dolcemente verso il colle di San Francesco.
Il patrimonio del bosco ricco di endemismi, è misto con lecci, roverelle, querce da sughero, ontani, macchie di cisto e, nelle zone calcaree la formazione a gariga. La fauna è costituita da donnole, martore, volpi, lepri, cinghiali, gatti selvatici, upupe, gheppi, poiane, pernici. Il territorio del comune di Orani è particolarmente esteso e variegato: ciò ha permesso non solo la destinazione d’uso tipica delle zone interne, l’allevamento, ma anche, in misura ridotta l’agricoltura. Le querce da sughero e il legname forniscono periodicamente fonti di reddito. Lo sfruttamento delle miniere di talco e dei suoi derivati hanno dato una connotazione particolare dell’economia del paese, segnandone con vicende alterne, lo sviluppo. Nel paese sono presenti valenti artigiani che producono dolci tipici, lavorano il legno, il ferro, il velluto.
Da visitare il Museo dedicato a Costantino Nivola, la sala Consiliare del Municipio ove sono presenti le opere di Mario Delitala. Il municipio, ricavato dal convento di San Giovanni Battista, fondato nel 1612, con attigua la chiesa, è interessante poiché sono presenti elementi dell’antica struttura. Nel perimetro dell’abitato è presente una torre aragonese del 1300, sorta accanto all’originaria Chiesa di Sant’Andrea. Degni di nota gli affreschi del XV e XVI sec. della chiesa del Rosario, in fase di restauro; la chiesa de Sa Itria, con affreschi interni e la facciata decorata con graffiti da C. Nivola; le opere degli artisti Delitala e Dessì della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea e un polittico originariamente collocato nella chiesa di Santa Maria, databile intorno al 1300. Le chiese campestri più importanti sono quelle di S’Ispiridu Santu, San Giorgio, Sant’Elia, San Francesco e San Paolo. In alcune, annualmente attraverso i “priori” si festeggiano le ricorrenze con sagre campestri. Sulla cima del Monte Gonare, dopo un ripido sentiero, si giunge alla chiesa di N. Signora di Gonare. Il santuario, la cui creazione è avvolta nella leggenda è noto in tutta l’isola. Una descrizione del Monte e del culto della Madonna di Gonare, si ritrova nel romanzo della Deledda: “La via del male”.
Da vedere:
Nuraghi: Athethu, Nurdole, Urrana, Baraule, Soriches, Passarinos, Goraè, Olalo, Monte Nule, Orgomonte. Domus de Janas: S’Arrandau, Littos, Nidu ‘e corvu, Sos Venales. Tombe dei giganti: Liscoi, Oddocaccaro, Istelenneru, Su Vrusciu, Oddini. Dolmen: Sa pruna, Santoru. Luoghi di culto prenuragico: Oddocaccaro, Losore. Il Monte Gonare, Museo dedicato a Costantino Nivola, chiese: Sa Itria, Sant’Andrea, del Rosario, Santa Maria, S’Ispiridu Santu, San Giorgio, Sant’Elia, San Francesco e San Paolo