Comune di Austis (provincia di Nuoro). Notizie sul comune e su cosa vedere, foto, numero abitanti, altitudine, meteo, cap, farmacie e uffici postali.
Comune di Austis
Prefisso: 0784
Cap: 08030
Abitanti: 881
Altitudine: 737 m slm
Questo fine settimana, il 24 e 225 settembre 2022, ad Austis arriva Autunno in Barbagia e in entrambi i giorni sarà possibile effettuare delle escursioni e delle visite guidate alla caratteristica roccia di “Sa Crabarissa”, nelle quali potrete scoprire tutti gli altri segreti di questa intrigante storia.
Non è una “coga”, nè una “giana”, in territorio di Austis, a circa tre chilometri dal paese, la singolare scultura di granito di sa Crabarissa: il vento e la pioggia le hanno dato le sembianze di una figura femminile che la fantasia vede vestita col costume di Cabras. In paese, “su contu” degli anziani vuol dire che, una volta, fosse una donna viva e vegeta, tramutata in pietra per aver rifiutato ad un pastore l'offerta d'un pò di cibo. “Per te ho solo pietre”, aveva detto sgarbata sa crabarissa; “Ed io in pietra ti trasformo”, aveva ribattuto il pastore, che possedeva evidentemente poteri magici, e tanto fece. Un'altra versione propone invece un significato diverso del nome, quello cioè di guardiana delle capre, visto che se ne stà solitaria su un rilievo roccioso e sembra controllarsi intorno il suo gregge. Il monumento naturale fa parte del regno dei grantiti, di roverelle, di lecci, di sughere, di corbezzoli, di eriche e di lentischi che il paese controlla dai confini di Sorgono sino alle sponde dal Taloro e del piccolo lago artificiale di Benzone.
Un'altra scultura naturale che merita di essere citata è quella che verso Ghea si staglia contro il verde di una collina con la testa e il becco di un'aquila.
Austis (50,72 Kmq., 1000 abitanti circa) mostra paesaggi aspri e suggestivi soprattutto sul versante di Neoneli, verso i roccioni granitici di S'Isteddu, dove a volte vola alta l'aquila reale. “Molte sono le colline e i rialti di questo territorio - scriveva - Vittorio Angius -, dalla sommità dei quali estendesi lo sguardo sopra un ampio orizzonte. Le strade però a salirvi rintuzzano in qualunque la voglia di goderlo”. Tanto che “in altri tempi - si legge ancora nel Dizionario del Casalis - vi annidavano i fuoriusciti”. È sempre l'Angius che racconta come “dall'eminenza di Pasa-porcu veggonsi le lontane pianure della parte meridionale dell'isola, e dal rialto di Bruncu Melone scopresi pure il Campidano di Oristano, ed il Màrghine”.
Nel dizionario si dà anche un quadro della flora e della fauna di un secolo e mezzo fa: “Oltre le specifiche ghiandifere vi frondeggiano con molto lusso i corbezzoli, le eriche, le filireee, il lentischi, il mirto, e vari altri generi di piante.
Le specie seltaviche, cervi, daini, cinghiali, volpi, lepri, ecc., sono assai numerose, e crescono sempre più mancando ai cacciatori. Molte sono ancora le specie degli uccelli, e le più moltiplicate sembrano le cornacchie, i corvi, le tortorelle, le piche, i merli, i tordi, i passerotti...”. La ricchezza dei boschi del paese, ormai privi di cervi e di daini, la si coglie ancora persino lungo l'asfalto che va verso Teti o in direzione di Sorgono. Ne sono un esempio le roverelle che fiancheggiano la strada quasi ininterrottamente e gli agrifogli, che si ergono accanto alla curva di Istecorì, dominata dai resti d'un nuraghe sopra la collina. Intorno all'abitato si fanno notare enormi castagni a Sa Corranca, la cornacchia, e grosse querce a Opposì, mentre bisogna spostarsi a Tonnoro, sui confini con Neoneli per ammirare diversi esemplari di ginepro.
Fa parte del paesaggio anche il piccolo lago artificiale di Benzone che il Taloro alimenta subito dopo aver superato il territorio di Teti: pure qui si parla di itinerari turistici a piedi o a cavallo e c'è persino chi propone la pesca sportiva dopo aver incrementato di trote salmonate e tinche il patrimonio ittico del bacino lacustre.
Il paese, che sorge su un altopiano granitico avvolto dal verde dei suoi boschi, sa suscitare interesse anche per la sua storia. Il suo nome è probabilmente legato al suo passato romano di Colonia Augusta e intorno all'abitato si colgono numerosi segni di un'intensa frequentazione in età imperiale, come nel rione di S'Arretzù, dove sono venute alla luce anfore e monete, e a Perda Literada, dove sono state trovate diverse iscrizioni. Ne parlava già il secolo scorso Alberto Della Marmora nel suo Itinerario: “Io credo che la via antica romana che comunicava da Sorabile presso Fonni con Cagliari, per Valenza e Biora passare presso Perdas Fittas, e di là si dirigesse verso Austis. In questo villaggio vi era un'antica colonia augusta, di cui si è perduto il nome, perché nella sua vicinanza si sono trovati molti avanzi di antichità romane, e soprattutto iscrizioni latine nel sito detto Perda Literada”. A dare maggiori informazioni a questo proposito era il canonico Giovanni Spano: “Il sito dista pochi minuti dal paese al nord. Tutto il territorio è granito. Le iscrizioni sono scolpite in colossali stele di granito che terminano in figura conica. Alcune hanno scolpita una testa col busto rozzamente. Vi è un pezzo di acquedotto, ed il terreno è pieno di frammenti di stoviglie e di vetri, e si trovano pur con frequenza monete romane. Il sito è ameno, e copioso di sorgenti”.
L'interesse per l'archeologia non si ferma però solo alle testimonianze della presenza romana, ma abbraccia anche molti secoli della preistoria che hanno preceduto il sorgere delle tholoi.
A richiamare maggiore attenzione è una struttura tombale dolmenica a Perdalonga, che con Giovanni Lilliu, in La Civiltà dei Sardi, fa rientrare “nel vasto quadro del megalitismo perimediterraneo ed europeo la cui massima diffusione coincide col passaggio dal neolitico alla cultura metallurgica”. Ne dà una descrizione sintetica in Sardegna Antica Enzo Bernardini: “Degno di nota il dolmen a galleria, con transetto, di Perdalonga (Austis), lungo m. 8,30 e largo m 1,40; formato da una quindicina di lastre verticali e da quattro o cinque tavole di copertura. La camera sepolcrale è divisa all'interno in due parti da una lastra trasversale che fuoriesce per circa mezzo metro dalla parte ortostatica...”.
Il territorio di Austis continua ad essere intensamente frequentato in pieno periodo nuragico e lo dimostrano i resti megalitici delle torri semisepolcrali sulle colline, come Nuraghe Lughia, Nuraghe Turria e, soprattutto, Nuraghe Istecorì che viene considerato parte integrante dell'area archeologica che si sviluppa intorno all'importante villaggio di S'Urbale di Teti. Tra queste colline ha il sapore di sagre lontane la festa che, nella chiesa seicentesca costruita sull'altopiano di Sa Sedda ’e Basiloccu, viene dedicata a Sant'Antonio nella terza domenica di settembre, così come si coglie un legame antico e profondo tra la poesia che la natura esprime con i suoi boschi, i graniti, i paesaggi e quella dei poeti in limba dei “Frores de Monte”.
Da vedere:
scultura di granito di sa Crabarissa, Nuraghe Istecorì, Nuraghe Lughia, Nuraghe Turria, chiesa di Sant'Antonio