uta

Prefisso: 070
Cap: 09010
Abitanti: 7.831
Altitudine: 6 m slm

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Il nome della cittadina campidanese deriva dal latino Uda, cioè umida, pantanosa, palustre. Si tratta di un centro di importanza archeologica e di sicure origini nuragiche, dimostrata dalla presenza nel suo territorio dei resti di alcuni nuraghi. Ad ulteriore riprova dell’esistenza di vita umana nell’agro di Uta nel periodo nuragico il ritrovamento alle falde del monte Arcosu di 8 bronzetti fra cui quello del Capo Tribù di Uta, noto per le sue considerazioni dimensionali. L’epoca romana è testimoniata dai resti di abitati, fra i quali i più importanti sono quelli presso i ruderi della chiesa di San Tommaso e quelli di Bidda Muscas. Maggiori notizie arrivano dal periodo giudicale sulla certezza dell’esistenza di Uta, sia come nucleo nell’ambito della curatoria di Decimomannu, sia come nucleo abitato in simbiosi con un monastero. Fondamentale la presenza delle chiese Vittorine come centri di istruzione: quella di San Cromazio e quella della Vergine Maria. La storia di Uta del periodo aragonese-spagnolo viene registrata in atti originali esistenti presso gli archivi statali e marchionali. Il primo censimento è del periodo piemontese e consente di sapere dei 1400 abitanti nel 1821, diventati 1618 nel 1857 e 1668 nel 1901. Nel periodo spagnolo Uta è come le altre ville che il feudalesimo intende sfruttare nel modo più redditizio: un piccolo centro rurale formato da agglomerati di povere case, dove la vita scorre secondo i canoni tradizionali: il dominio sabaudo non porterà variazioni né migliorie.

Uta è un centro di interessanti valori storici, artistici e sociali. Sorge in una zona vasta e fertile, tra pianure del Campidano e del Cixerri. Le sue campagne sono bagnate da due fiumi: il Rio Cixerri, che nasce dai monti dell’Iglesiente, ed il Flumini Mannu, in arrivo dalle pendici del Gennargentu. Il suo territorio è costituito dalla naturale continuazione della piana di Assemini e da parte del rilievo montagnoso di Monte Arcosu. Sono molto diffuse l’agricoltura e l’allevamento del bestiame. La produzione, favorita dalla ricchezza d’acqua e dalla fertilità dei terreni, è soprattutto quella di cereali, ortaggi, agrumi, carciofi e legumi vari. La zona collinosa rappresenta passaggi di boschi, ruscelli e macchia di incomparabile bellezza. Di particolare attrazione la località di S. Lucia con i caratteristici Carrubi e Guttureddu dove ha inizio l’oasi naturalistica di Monte Arcosu del WWF-Italia.

Ad Uta si trovano splendido esemplare di architettura romanica in Sardegna: la chiesa di S. Maria. Edificata nel XII secolo dai monaci di San Vittore di Marsiglia, mantiene integre le sue eleganti strutture architettoniche. La chiesa parrocchiale di Uta è dedicata a S. Giusta ed a S. Sarda.

Anche ad Uta abbondano i festeggiamenti religiosi: il 15/05 si festeggia S. Isidoro ed il 22/08 è la volta di S. Lucia. Per Santa Maria una settimana di festa a partire dall’8 settembre. Il centro del Campidano non trascura di organizzare iniziative sociali per i suoi cittadini: nel centro Sociale Polivalente ha sede la Ludoteca, riservata a bambini dai 3 ai 12 anni, l’Informagiovani, e vi si svolgono attività di Laboratorio per i ragazzi dai 15 anni in su e di animazione teatrale. Riscuotono un enorme successo i soggiorni per anziani. Un rituale appuntamento estivo è quello del cinema all’aperto che si svolge nella scuola elementare del paese. Solenne importanza è stata attribuita alla ricerca e al recupero delle tradizioni utensi del gioco e del giocattolo antico, ricerche che dovrebbero confluire in una pubblicazione. Uta è un centro dalla forte connotazione sportiva con nove associazioni sportive che si alternano nei diversi impianti sportivi esistenti.

Da vedere:
Chiesa di Santa Maria, chiesa parrocchiale di S. Giusta e S. Sarda.