Viaggio nell'Ogliastra e nelle Barbagie


DESCRIZIONE
L'itinerario è di circa 140 km. Per avventurarsi all'interno dell'Ogliastra e delle Barbagie si parte da Arbatax, sulla costa centro-orientale, per poi inoltrarsi in quello che molti considerano il cuore della Sardegna. Per l'asprezza e l'incontaminata bellezza, qui la natura impone il proprio predominio. Seguendo uno dei tratti di costa più straordinari al mondo , si risale dalla spiaggia di Coccoroci presso Cardedu, in un susseguirsi di grandi lidi, promontori e cale che si aprono ai piedi di gigantesche falesie, fino a Cala Gonone con le decantate Cala Luna, Cala Sisine, Cala Mariolu e con la grotta del Bue Marino, cosiddetta per la presenza fino a pochi anni fa della foca monaca.


1 - Ussassai

Con poco meno di 900 abitanti e 47,3 Kmq di territorio, il paese è noto soprattutto per la qualità delle sue mele a drempa arrubia, a "guancia rossa". Un posto importante nell'economia del paese è occupato dall'agricoltura e dalla pastorizia, senza trascurare l'allevamento. Il paese conserva qualche frammento delle vecchie attività artigianali, dalla tessitura alla lavorazione del legno.

La preistoria è qui testimoniata dalle domus de janas a Cost'er Gianas, ad Aurraci, a Orgìa, a Perdobia. La civiltà nuragica ha lasciato resti di torri e strutture megalitiche a Taccu Addai e a Pistolurci, dove sono state individuate anche tombe di giganti e capanne dei rispettivi villaggi, come anche a Nurassolu, a Ioni, a Mela, sull'altura di Is Coccoronis, a Nuraghi, a Su Casteddu' e Auraci.

La festa di San Sebastiano si rinnova ogni 20 gennaio, seguita dalla sagra campestre di San Girolamo, il 29 settembre.


2 - Seulo

Seulo conta oggi 1370 abitanti su un territorio di 59 Kmq. L'economia, sino al 1949, vedeva quattro attività prevalenti: la pastorizia, l'agricoltura, l'artigianato e l'estrazione dell'antracite. Il lavoro in miniera impegnava uomini e donne con ruoli diversi in un lavoro ingrato e mal pagato; era pesante e di scarso reddito anche l'impegno nei campi dove si affidava alla zappa e ai capricci del tempo l'esito del raccolto. Altrettanto difficile era il lavoro del pastore, costretto spesso a fare i conti con l'insufficienza dei pascoli e con le epidemie che talvolta colpivano il bestiame.

Non si può certo dire che Seulo fosse un paese prospero e attualmente delle attività economiche di un tempo continua a mantenere: la pastorizia; in parte la coltura delle vigne, mentre ha perso quasi del tutto l'eredità dei vecchi mestieri artigiani e ha ricordi sfocati del lavoro in miniera. Molta parte del patrimonio archeologico risulta gravemente danneggiato. La lontana presenza di comunità neolitiche è documentata da ossidiane lavorate e frammenti ceramici ritrovati nelle domus de janas le quali conservano anche abbondanti resti ossei degli individui che vi erano sepolti, tanto da essere chiamate .

Ai Santi Cosma e Damiano è dedicata la sagra più importante del paese che si celebra il 28 settembre.


3 - Gadoni

Grazie alla ricchezza e alla varietà dei paesaggi, Gadoni è uno dei centri più suggestivi della Barbagia di Belvì. Il paese conta oggi circa 1250 abitanti e il suo territorio si estende per più di 43 chilometri quadrati. Le principali fonti di reddito sono la pastorizia, l'agricoltura e l'attività mineraria anche se di recente quest'ultima è caduta in grave crisi, ma allo stesso tempo cominciano a lievitare le speranze sui programmi di valorizzazione turistica delle risorse ambientali di cui Gadoni è decisamente ricco.

Talvolta però la tutela del paesaggio viene meno come nel caso dell'immenso ponte di cemento, sicuramente necessario per migliorare la viabilità, che è stato costruito in sostituzione del vecchio ponte di ferro che sovrastava il Flumendosa collegando la sponda di Gadoni con quella di Seulo.

Tra il 1200 e il 900 a.C. lo sfruttamento dei giacimenti minerari, fra i quali spicca per importanza e valore la miniera di Funtana Raminosa, diventa intenso e costante e la produzione di manufatti metallici tocca la soglia della piccola industria caratterizzando l'economia del tempo.

Sotto l'aspetto faunistico in questo territorio trovano ancora un habitat ideale la martora, il gatto selvatico, la volpe, il cinghiale, il gheppio, l'astore, la ghiandaia, il picchio rosso maggiore. Gadoni è anche famoso per i suoi alberi di noce, per la qualità del loro legno e per il lavoro della tessitura sul telaio.


4 - Aritzo

Il paese, situato in una delle località più suggestive del Gennargentu, conta 1755 abitanti su un territorio di circa 76 kmq. Nelle campagne circostanti trovano rifugio specie di notevole interesse faunistico, come i mufloni e l'aquila reale. Sui monti dentro i confini di Aritzo si praticava in passato l'"industria" della neve, che aveva il suo centro a Funtana Cungiada, dove i niargios hanno lavorato sino ai primi decenni del '900.

Nel vecchio centro sopravvivono ancora i resti delle domos de nie, le "case della neve". Dentro l'abitato non è scomparsa del tutto, invece, un'altra importante attività economica del centro montano: l'artigianato del legno, grazie all'importante risorsa naturale dei castagneti.


5 - Belvì

Belvì conta 815 abitanti su una superficie di 18 Kmq, nonostante questa modesta estensione è uno dei centri montani più interessanti della Barbagia. L'interesse maggiore è legato ai millenni lontani della preistoria, che hanno lasciato significative testimonianze con numerose domus de janas, da quelle di Tonitzò, di Lagosu, di Perd' e Nerca, nella parte orientale di territorio, alle altre di Perd'e Lione, di Genna Ua, di Gesaru, distribuite sul versante occidentale, dove si conserva il toponimo di S'Iscusorgiu.

Puntualmente, dove si conservano testimonianze di antichi insediamenti, sono di rigore i miti e le leggende. Nella parte più profonda della temibile grotta di Pitz'e Pranu c'è un telaio, forse d'oro, con una ragazza, forse una "jana" che accompagna con un canto melodioso il lavoro sull'ordito.