Vincitori: Davide Z., Giuseppe M., Lino M., Giuseppina M., Paola C., Antonella S., Carlo A., Auro M., Anna G., Francesca L., Rosa., Barbara W., Giorgio P., Andrea D., Davide U., Angela M., Roberto V., Renato S., Alexandra F., Emilio C., Silvana I., Ornella G., Claudia S., Stefano P., Maria Natalia B., Anna P., Angelo S., Paola M., Dino M., Carlo B., Alessandra P., Valeria F., Luigi P., Danilo A., PierGiorgio O., Iuri P., Bruno L.

Temo - Bosa (OR)

Il fiume Temo nasce dalle alture di Villanova Monteleone (SS) e scorre fra trachiti e basalti prima di gettarsi in mare fra il colle di Sa Sea e l'isola Rossa. Il Temo divide in due la cittadina: lo si può valicare passando per l' antico ponte in trachite rossa, uno dei simboli della vecchia Bosa, oppure per quello più moderno e molto recente, simbolo della Bosa più moderna.
La foce del Temo è un riparo sicuro per le tante barche da pesca che lavorano in queste acque (è molto ricercata soprattutto l' aragosta bosana per la delicatezza della sua polpa); il lato sinistro del corso d'acqua ospita i fabbricati di "Sas Conzas" antiche Concerie in attesa di restauro, complesso di archeologia industriale dei primi del secolo che ha concluso la sua attività negli anni sessanta lasciando strumenti di lavoro e testimonianze che presto diventeranno Museo e che già oggi si possono osservare in varie esposizioni.

Altre Info:
http://www.bosa.it/

Vincitori: Davide Z., Antonio P., Silvia S., Savio C., Antonella S., Michele P., Marcella L., Alessandra P., Valeria F., Simone L., Ida N., Alessandra P., Danilo A., PierGiorgio B.

Madonna della Strada - Nurallao (CA)

Sulla strada verso Isili, si trova la bella chiesa campestre della Madonna della Strada, dove i fedeli vengono in visita per tutto l’anno e l’undici di agosto si ritrovano per una festa che si protrae per cinque giorni e vede la partecipazione di pellegrini da tutta l’isola.
Nurallao È un piccolo centro, un tempo noto nella zona come 'il paese delle brocche' per i giacimenti di argilla adatta all'arte dei vasai.
Nel suo territorio si trovano numerose tracce preistoriche come l'area archeologica di Aiola. In questo sito sono state ritrovate statue-menhir, riutilizzate nella costruzione di una tomba di giganti. Da notare inoltre i nuraghi di Olia, Tres Nuraxis e Tramalitzu, oltre ai resti punici di Bidda Beccia e Pranu Fas.

Altre Info:
www.comunedinurallao.it

Vincitori: Ida N., Roberto V., Alessandra P., Valeria F., Daniele M., Danilo A..

Piscina 'e Licona - Seulo (CA)

Nelle numerose sorgenti sparse per la campagna di Seulo scorre abbondante l'acqua, per cui è l'ideale per vedere i ruscelli le cascatelle, come quelle del Flumendosa, di Su Stampu 'e Su Turrunu, o quella di Piscina 'e Licona

Altre Info:
Seulo e dintorni

Vincitori: PierGiorgio O., Alessandra P., Rosa C., Raimondo M., Maria Grazie C., Angela M., Roberto V., Danilo A., Silvana I., Gemma Z., Enedina P., Antonella S., Alexandra F., Matteo O., Raimondo C., Bruno L., Valeria F.

Lago Omodeo - Tadasuni (OR)

Il bacino artificiale, alimentato dal fiume Tirso, nacque nel 1924 con la costruzione della diga di Santa Chiara. Lungo 20 km, è il più vasto lago della Sardegna ed è stato a lungo il più grande lago artificiale d’Europa.
Si trova nella regione del Barigadu, nella quale sorgono piccoli ma interessanti borghi come Sédilo, dove si svolge la “Ardia di San Costantino” , e Tadasuni, con il Museo degli Strumenti Musicali.
Il lago offre inoltre spettacoli inusuali nei mesi di maggiore aridità, quando il basso livello delle acque fa emergere i resti di numerosi nuraghi nonché gli alberi di una sorta di “foresta fantasma”, rimasti sommersi con la creazione del bacino.

Vincitori: Maria Grazia C., Alessandra P., Laura B., Silvana I., Antonella S., Lorenzo O., Marcella L., Luisa M., Lino M., Enedina P., Sabrina G., Luisa S., .

Cala Goloritzè - Baunei (OG)

In territorio di Baunei, una possente prominenza della costa si adagia sul mare, chiudendo a sud il Golfo di Orosei. Si tratta del promontorio di Capo di Monte Santo, che offre il riparo dai venti dei quadranti meridionali alle insenature ed alle cale che da nord gli sono più prossime. Una di queste, conosciuta col nome di Cala Goloritzè, non passa certo inosservata, se non altro per la presenza di un’imponente guglia che, stagliandosi verso l’alto, la sovrasta.
Anche Alberto Ferrero di La Marmora, comandante generale della Sardegna nel secolo scorso, nella sua opera “Viaggio in Sardegna” la citò con il nome di “guglia” aggiungendo però l’appellativo di “settentrionale” perché non si confondesse con Perda Longa, situata più a sud. Goloritzè può essere raggiunta, oltre che dal mare, dall’altipiano del Golgo attraverso un sentiero lungo cinque chilometri che scende di quota coprendo un dislivello di 470 metri. Riprende il tracciato di una vecchia mulattiera che i carbonai utilizzarono in passato per il trasporto del loro prodotto. Nel tratto iniziale fanno bella mostra di sé alcuni vetusti esemplari di terebinto e di fillirea di considerevoli dimensioni. Poco più oltre è interessante osservare come alcuni pastori del posto abbiano sfruttato le cavità e gli anfratti delle rocce, per ricavare spazi per il ricovero del bestiame.Prima che il sentiero prosegua in stretti, piccoli tornanti, al fine di perdere quota repentinamente, una deviazione sulla destra consente di portarsi in un canalone laterale chiamato “Bacu Canale” dove si conservano frammenti di bosco di leccio ad alto fusto. Seppur con difficoltà, il posto potrebbe fungere da tappa d’avvicinamento per la prominenza di Punta Salinas (466 m), da cui è godibile un eccezionale panorama sulla guglia e su tutta la costa che si estende a nord fino a perdersi all’orizzonte. Ritornati sul tracciato principale, in breve si giunge al tratto terminale di Bacu Goloritzè, sovrastato sulla destra dalla guglia omonima, nota anche con il nome di Punta Caroddi, monolite calcareo, sopravvissuto all’azione erosiva degli agenti esogeni, mostra la sua tipica forma affusolata ed un’altezza davvero considerevole, che spinge la sua vetta a 143 metri s.l.m. Un passaggio alquanto disagevole consente di scendere alla cala, luogo davvero incantevole e raccolto, incastonato nel verde della macchia tra le alte e precipiti falesie. I segni dell’erosione, che gli agenti atmosferici hanno operato nel lungo trascorrere del tempo geologico, sono tutto attorno ben visibili.
Infatti, le masse rocciose costituite da calcari organogeni, si sono lasciate docilmente modellare e soprattutto qui fanno mostra di sé forme curiose e varie dai profili arrotondati. Anche il braccio di roccia che, rastremandosi, sporge sul mare costituendo Punta Golontzè, ha dovuto sottostare alle azioni erosive (questa volta del moto ondoso marino) che lo hanno trasformato in un suggestivo ed insolito arco. II complesso sistema idrografico sotterraneo trova ancora una volta il modo di manifestarsi con la presenza di una piccola risorgiva situata nei pressi dell’accesso alla spiaggia e di altre che, a qualche decina di metri dalla linea di battigia, si aprono al di sotto del livello del mare.

Altre Info:
http://www.assfor.it/

Vincitori: Rosa C., Alessandra P., Loredana M., Maria Antonietta C., Antonella S., Carlo B., Lussorio U., Antonella S., Maria Grazie C., Valeria F., Alexandra., Massimo P., Bruno L., Carlo B.

Olivastri Millenari - Luras (OT)

Gli olivastri millenari di Santu Baltolu di Carana sono inseriti in un incantevole contesto naturale, sulle sponde del Lago Liscia, dove il contrasto tra la montagna granitica e lo stesso Lago dà luogo a un'unità paesaggistica di assoluto valore.
Il più vecchio di questi olivastri, s'ozzastru, come viene confidenzialmente ma rispettosamente chiamato dai luresi, presenta a metri 1,3 da terra una circonferenza di circa 12 metri per un'altezza di 8 metri e, secondo alcuni studi, dovrebbe avere tra i 3.000 ed i 4.000 anni di età, il che ne fa uno degli alberi più vecchi d'Europa.
Questo "patriarca della natura", dichiarato nel 1991 Monumento naturale ed ormai inserito con grande risalto nelle più importanti guide naturalistiche, rientra oggi nella lista dei "Venti alberi secolari", uno per ogni Regione italiana, da tutelare e dichiarare Monumento Nazionale con decreto ministeriale.

Altre Info:
http://www.comunediluras.it/

Vincitori: Danilo A., Laura P. PierGiorgio B., Rino C., Eonicia S., Barbara W., Andrea D., Marta P., Carlo B., Giuseppe M., PierGiorgio O., Giuseppina M., Loredana M., Lino M., MariaGrazia C., Luigi G., Andrea C., Alexandra F., Pier Luigi N., Giorgio P., Anna P., Antonella S., Luisa S., Franca S., Enedina P., Maria Antonietta C., Maurizio C., Roberto Q., Maria N. B., Angelo S., Angela M., Silvana C., France., PierLuigi P., Antonello R., Enrico P., Ida N., L.S., Virgilio V., Antonino L., Valeria F., Simona R., Rosa C., Gigi A., Luigi P., Walter G., Marco M., Carlo B., Marco Antonio C., Alessandra P., Antonella S., Adamo, Giuseppe M., Giorgio V., Salvatore N., Baba B.

Tavolara - Area marina protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo (OT)

Tavolara
Unica ed originale, nel territorio dell'area marina, è l'isola più grande e suggestiva: Tavolara. Nel periodo Paleolitico, circa 37 mila anni fa, tra Tavolara e Molara scorreva un profondo corso d'acqua. L'attuale arcipelago era collegato alla terra e raggiungibile a piedi attraversando boschi e macchia mediterranea. A questa epoca vengono fatte risalire le prime tracce umane a Tavolara: nella Grotta del Papa, così chiamata per la somiglianza di alcune rocce alla tiara papale, sono state infatti rinvenute pitture rupestri e altre tracce della cultura di Bonu Ighinu (neolitico medio). Oggi e da circa 8 mila anni la Grotta è accessibile solo dal mare e le isole sono divenute tali.
Tavolara si caratterizza per gli alti e ripidi costoni (falesie) sui quali è visibile l'effetto dell'erosione dell'acqua, che prende l'aspetto di docce di dissoluzione calcarea, archi naturali, condotte e grotte costiere, intercalati da falde di detrito, banchi fossiliferi di conglomerati ed arenane, tra cui la splendida spiaggia di Spalmatore di terra, testimoni dell'ultimo periodo interglaciale a clima sub-tropicale.

Le Immersioni e le Spiagge
I subacquei trovano un eccezionale ambiente manno fra Tavolara, Molara e Molarotto, diversifcato e unico in tutto il Mediterraneo. In particolare fra Tavolara e Molara, l'habitat coralligeno presenta, tra grandi spugne e gorgonie, il corallo nero. Una classica immersione in parete è quella di Tegghia Liscia, a sud di Tavolara. In quel punto le falesie scendono verticali fino a 22 metri e sul fondo di alghe si distinguono stelle rosse e, all'ombra, gorgonie gialle, spugne e alghe rosse. Nella zona è possibile avvistare grandi orate e dentici, mentre a ovest si incontrano le aragoste.
A nord est di Punta del Papa, diverse guglie calcaree salgono dal fondo. Più in basso ci si spinge, maggiori sono le probabilità di incontrare cernie e dentici.
Infine, va segnalata la secca a nord di Molarotto, subito prima del mare aperto. A settembre si incontrano branchi di ncciole, dentici, murene, corvine e cernie esplorando i canaloni che si aprono nelle secche di granito. Per chi non vuole immergersi, l'altemativa sono le tante spiagge della costa: porto Taverna a Loin Ponto San Paolo e poi, verso sud, cala Girgolu, l'insenatura di Coda Cavallo, le grandi trasparenze di Brandinchi, La Cinta e l'lsuledda. A Tavolara, l'unica spiaggia è quella dello Spalmatore di Terra coda di Tarra, in Gallurese. Tra Molara e Tavolara, da non perdere Li Pischini, le piscine naturali con sabbia bianchissima definite da Fulco Pratesi come gli ecosistemi in basso fondale più belli del mondo. Cala Spagnola e Cala di Chiesa sono, infine, gli arenili di Molara.

Altre Info:
http://www.parks.it/

Vincitori: Danilo A., Mario S., Massimo M., Valeria F., Maria Grazia C.

Laghetto di Santa Degna - Aggius (OT)

Da diversi anni ormai il Comune ha provveduto a creare un'area verde attrezzata di incantevole bellezza: il laghetto di Santa Degna.
Accessibile dalla strada panoramica che sovrasta il paese e' il luogo ideale per la sosta di famiglie e bambini e per gli amanti del relax, per pic-nic, manifestazioni estive, per "campo base" per affrontare i sentieri montani che portano sulle montagne di granito e nei boschi di sughere.
Si tratta di un laghetto artificiale ottenuto con lo sbarramento del Rio La Pitraia, luogo in cui, nell'antichita', le donne erano solite lavare i panni. L'area e' dotata di panchine in granito lavorato per agevolare la sosta.

Altre Info:
http://www.aggius.net/

Vincitori: Filippo N., Rosa C., Valeria F., Maria Grazia C., Luisa M., Lina C., Alessandra P., Maria Franca M., Enedina P.

Basilica di San Simplicio - Olbia (OT)

E' il più artistico, importante, antico monumento religioso della Gallura e insieme una delle testimonianze più nobili della diffusione del primo Cristianesimo in Sardegna. San Simplicio è il patrono della Diocesi di Tempio e della città di Olbia.
Gli olbiesi, molto devoti del loro Santo, celebrano in Suo onore la sagra più festosa della Gallura.
Simplicio di Olbia è il primo Vescovo di cui si ha la certa notizia storica in Sardegna ed è l'unico Vescovo Sardo ornato della palma del martirio. La chiesa sorge su una bassa eminenza del terreno, ormai in pieno centro cittadino. L'edificio fu eretto in tre distinti periodi: il primo è da ascrivere alla seconda metà dell'undicesimo secolo (muri perimetrali, abside, pilastri e colonne delle navate), il secondo ai primi decenni del dodicesimo secolo (copertura a botte delle navate e sopraelevazione dei muri perimetrali) e il terzo, all'incirca al decennio successivo, durante il quale furono portati a compimento la copertura e la realizzazione della facciata.

Interamente in granito dalla calda patina giallastra, la chiesa consta di una facciata tripartita da due lesene e arricchita da una grande trifora che ornando il frontone rappresenta la parte più interessante della facciata. Nel frontone si trovano, disposti a croce, quattro bacili di ceramica ed altri quattro sì trovano nella lunetta della trifora. Le due colonnine di quest'ultima sono diverse. Nella sinistra notiamo infatti una piccola faccetta scolpita, nella destra un motivo ornamentale rappresentato da una corda che stringe due semicolonnine: i capitelli si allargano per ricevere il peso delle arcatelle del frontone. Altro aspetto interessante è il rustico bassorilievo rappresentante, forse, l'ingresso di Gesù in Gerusalemme (si può osservare sotto gli archetti del lato sinistro della facciata).
Lungo i lati dell'abside si svolge una fila di archetti romanici poggianti alternativamente sulle lesene (altri semplici ma gradevoli archetti di mattoni cotti, risalenti alla seconda fase costruttiva si trovano nella parte posteriore dei lati). L'interno è a tre navate, spartite da sette pilastri e cinque colonne di recupero da preesistenti monumenti (è certo che una parte del pietrame utilizzato derivi dalle mura romane) con copertura della navata centrale a capriate lignee, e volta a botte nelle navatelle laterali in parte con l'utilizzo dei mattoni cotti.
Altri aspetti notevoli sono i capitelli romanici della seconda e dell'ultima colonna sinistra e della quarta colonna destra, questi ultimi ornati da motivi antropomorfi, il primo da teste di capra o muflone (stilizzati).
Nel presbiterio, sotto la mensa dell'altare, si trova l'antica statua di San Simplicio a mezzobusto, con reliquiario ricavato in una nicchia nel retro. La pregevole scultura, di legno dorato risale al '600. Le reliquie furono trovate nell'800, durante una campagna di scavi archeologici, in una tomba presso la chiesa ed attribuite a San Simplicio. Ne fu donata una parte anche a varie chiese sarde: quelle custodite ad Olbia si trovano, oltre che nel reliquiario in steatite sul retro della statua predetta, anche nella chiesa di San Paolo.
Nel presbiterio si notano tre frammenti di antichissimi affreschi, di cui due rappresentano altrettanti Santi Vescovi (almeno uno è certamente San Simplicio, l'altro forse è San Vittore).
Il retro dell'edificio è caratterizzato dalla presenza dell'abside , semplice e ornata solo da due lesene e dalle mensoline scolpite degli archetti: privo di decorazioni è il frontone che la sovrasta. San Simplicio è stata restaurata nel 1950 e nel 1984. La festa patronale viene celebrata ogni anno il 15 Maggio.